Secondo gli esperti della Nasa e dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Pegasus, una galassia imponente, si sta scontrando con un’altra galassia in uno scontro di gravità a 220 milioni di anni luce dalla Terra. L’esito di questa battaglia è ignoto, ma le implicazioni, secondo gli astronomi, saranno enormi. Questa vicenda mi fa pensare all’attuale contesa tra Russia e Ue sull’Ucraina. L’invasione russa dell’Ucraina cambierà l’Europa, ma non sappiamo come. 

Putin, non l’Ue, ha scelto l’arma e il campo di battaglia per questa disputa sul futuro dell’Europa.  La Russia può operare in Ucraina con più vigore dell’Europa, soprattutto militarmente. Ma la Russia non è un’autarchia economica di tipo sovietico in grado di bloccare il flusso di denaro e informazioni fino al muro che divide Berlino e la Germania. Questo rende il regime di Putin vulnerabile alla pressione finanziaria e al “virus” della libertà.

Voglia di Europa

L’Ue è coinvolta in Ucraina non solo per ragioni normative e geopolitiche. È il desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Ue che ha fatto sì che Putin interferisse con gli affari di questo paese dal 2004. Finora questo desiderio non è stato realizzato. L’ultimo vertice dell’Ue, a Versailles il 10 e 11 marzo, ha accolto le aspirazioni europee dell’Ucraina, ma ha esitato di fronte a un’adesione accelerata. Questo è in linea con la tradizione dell’Ue, che ha spinto gli Stati candidati ad adottare circa ventimila leggi e regolamenti europei prima di aprire completamente le porte.

Il lungo processo di adesione all’UE ha sempre stimolato le riforme economiche e democratiche nei paesi candidati, forse fatta eccezione per la Turchia. Un’Ucraina democratica e prospera è una minaccia per l’autocratico regime russo, incapace di competere economicamente con i suoi ex satelliti.

La Polonia, che è entrata a far parte dell’Ue nel 2004, ha registrato da allora una crescita molto superiore a quella della Russia. Anche i dati sull’aspettativa di vita in Polonia sono migliori. L’Ucraina potrebbe  seguire il percorso della Polonia, minacciando la legittimità del governo di Putin.

In sostanza, in gioco non c’è la sicurezza militare della Russia, ma la sicurezza del regime di Putin. L’obiettivo dell’Ue potrebbe non essere un cambio di regime in Russia, ma questo non rende il cambio di regime meno probabile, se per Putin le cose in Ucraina si mettono male.

Poteri asimmetrici

Le caratteristiche della Russia non sono cambiate significativamente dal diciannovesimo secolo: l’esercito, il territorio e la gerarchia sono sacri per la Russia. L’Ue, al contrario, è l’incarnazione post-moderna della fantasia liberale che proclama frontiere aperte, sovranità condivisa e governance plurilaterale. La Russia è un gigante militare, ma un nano economico, l’Ue l’opposto.

La Russia è una potenza nucleare con soldati presenti nei vari paesi confinanti, ma nonostante le preziose risorse naturali, il suo ranking economico mondiale è basso; 61 secondo georank.org. L’Ue non ha nemmeno un esercito, ma è la più grande potenza commerciale mondiale e l’euro, è la seconda valuta più importante al mondo dopo il dollaro. L’Ue è anche il più vasto fornitore di aiuti allo sviluppo, e insieme agli Stati Uniti, decide norme e regolamentazioni globali, finanziarie, ambientali e democratiche.

Il governo russo è centralizzato, gerarchico e autocratico. L’Ue non ha nemmeno una persona sola a capo del suo governo e le decisioni di politica estera richiedono l’accordo di tutti i 27 stati membri.

Il potere dell’Ue è più adatto a creare strutture istituzionali e a stabilire regole di condotta legittima, più che a una proiezione di potere rapida e audace all’estero. La Russia è brava nel creare le crisi, mentre l’Ue è brava nella riconciliare e ricostruire post-crisi.

Le caratteristiche dell’Ue si adattano bene al mondo del diritto internazionale e alle norme morali, come hanno sostenuto Hugo Grotius o Immanuel Kant. La capacità della Russia di bullizzare e manipolare gli altri attori la rende adatta al mondo immaginato da Thomas Hobbes o Niccolό Machiavelli. Un potere civile come l’Ue può funzionare bene nella configurazione incivile che la Russia ha creato in Ucraina? In un mondo premoderno la risposta sarebbe negativa, ma le prospettive dell’Ue oggi sono tutt’altro che disperate.

Carri armati contro denaro

Da quando i carri armati di Putin hanno iniziato a prendere di mira le risorse militari ucraine, l’Ue, insieme al Regno Unito e all’America, ha iniziato a prendere di mira le risorse economiche russe. I conti bancari di numerose istituzioni russe e di personalità di spicco sono stati congelati e le banche russe sono state rimosse dal sistema di messaggistica che consente i pagamenti internazionali digitali, Swift. La Banca centrale russa è colpita dalle sanzioni e non ha potuto fare affari con l’Ue, il Regno Unito e gli Stati Uniti.

La Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per lo sviluppo e la ricostruzione hanno interrotto i prestiti alla Russia. Le importazioni di alcune merci russe sono state vietate e così anche l’esportazione di merci come la tecnologia dual-use. Saranno imposti dazi su altre merci dopo la decisione di negare alla Russia lo status di nazione più favorita per i suoi mercati nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Il “bombardamento” economico dell’Ue non ha fermato il bombardamento militare russo. Anche se i soldati russi hanno avanzato più lentamente del previsto per la resistenza ucraina e i problemi logistici, è difficile immaginare un’Ucraina libera in poche settimane.

Sembra che le battaglie militari e finanziarie vengano combattute in due universi diversi, uno territoriale e l’altro non territoriale. Quando l’Ue dice di non essere in guerra con la Russia fa riferimento all’universo territoriale dominato dalla guerra militare. Quando la Russia afferma che le sanzioni dell’Occidente sono «analoghe a un atto di guerra» fa riferimento all’universo non territoriale dominato dalle transazioni finanziarie digitali da cui dipende la sua economia. Gli ucraini si trovano tra questi due universi con sofferenze e distruzioni materiali che aumentano ogni giorno. Come andrà a finire?

Verso la fine del gioco

L’Ue importa circa il 45 per cento del suo gas e il 25 per cento del suo petrolio dalla Russia. Le sanzioni dell’Ue (a differenza di quelle americane) hanno risparmiato queste importazioni. La Russia è anche il più grande fornitore mondiale di grano e di alcuni metalli essenziali. L’Ue può permettersi di fare a meno di tutte queste forniture russe? Finora non ha trovato una risposta comune a questa domanda.

Se la Russia occuperà l’intera Ucraina e di fatto la Bielorussia, il territorio dell’Ue si troverà ad avere carri armati ostili appena oltre i propri confini. Il territorio è ancora importante, nonostante la digitalizzazione della guerra moderna e la militarizzazione dello spazio.

Il controllo territoriale della Russia potrebbe certo ampliarsi dopo questa invasione, ma non riuscirà a prosperare senza l’accesso alle transazioni finanziarie digitalizzate e alla moderna tecnologia digitale. Rivolgersi allo yuan cinese e all’equivalente cinese dello Swift avrà un prezzo. Anche aerei russi, carri armati, radar, automobili e mezzi di comunicazione controllati dallo stato utilizzano tecnologie digitali importate dall’Occidente, inteso in senso ampio. Il diffuso smartphone russo Ayya, per esempio, utilizza processori prodotti a Taiwan.

C’è un altro aspetto della digitalizzazione che Putin ha in mente: è difficile arrestare la diffusione dell’informazione indipendente su Internet. È più facile per qualsiasi despota censurare la stampa o le reti televisive che controllare la comunicazione digitale tra milioni di persone.

Bandire del tutto Internet non è un’opzione nel ventunesimo secolo, e nemmeno controllare totalmente la comunicazione digitale. Il divieto di tutte le notizie indipendenti dai vecchi media ha portato i russi a spostarsi in massa sui media digitali come Telegram, che ha server al di fuori della Russia.

L’Ucraina si è trovata in un laboratorio in cui si testa l’efficacia delle “armi” premoderne e postmoderne. Vorrei che non dovessero pagare un prezzo così alto per essere al centro di questo esperimento epocale.

Dopo anni passati a tenere a bada le aspirazioni europee dell’Ucraina, è probabile che l’Ue si ritrovi con milioni di rifugiati ucraini entro i suoi confini. Questo potrebbe rappresentare una versione nuova e piuttosto perversa dell’allargamento dell’Ue.

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