Per Israele, il trauma del 7 ottobre scorso è stato troppo forte, come una specie di tradimento inatteso. La crisi polarizza una situazione già molto divisa: la soluzione sarà lunga e ardua
Per Israele il trauma del 7 ottobre è molto più forte di quanto percepiamo in Europa. A livello internazionale il discorso sul “diritto di Israele di difendersi” trova il suo limite nella magnitudine della reazione. Ma dentro Israele la paura e la rabbia sono talmente forti da far ignorare ogni appello. Il paese è economicamente fermo e sconvolto: a nord la paura ha fatto spostare dalle zone limitrofe con la frontiera del Libano migliaia di cittadini. A sud l’esercito ha sgombrato tutti e resta


