- Non sarà mai paludata, si capisce, ma gioverebbe all’Italia se avesse, o almeno mostrasse, statura istituzionale; ci si contenterebbe anche solo di più creanza.
- Questi atteggiamenti aggressivi eccitano magari le tribune casalinghe in vista delle elezioni al parlamento europeo ma non aumentano le probabilità che l’Italia sia ben rappresentata.
- Chissà che, tornando a rivestire i panni purtroppo a lei più consoni, Meloni non induca i suoi premurosi sostenitori nel nostro establishment a distanziarsene.
Smessi i panni della statista ragionevole, che le stanno troppo stretti, la premier Meloni ha avviato la campagna per le elezioni del giugno prossimo. Non sarà mai paludata, si capisce, ma gioverebbe all’Italia se avesse, o almeno mostrasse, statura istituzionale; ci si contenterebbe anche solo di più creanza. Non ci aiutano, infatti, i toni da lei esibiti nel noto convegno di Vox l’anno scorso; meglio per la nazione se li evita. Non c’è mestiere più duro, si sa, del “predecessore”. E quel nove



