- In un paese che non riesce ancora ad approvare una legge generale sulla libertà religiosa (nonostante le numerose proposte esistenti) e vivacchia con una fascistissima legge del 1929 sui culti ammessi, non deve sorprendere se torna d’attualità il Concordato.
- E oggi in che clima politico viviamo? Che società è quella italiana? Che ruolo ha la religione nelle vite dei cittadini oltre la facile esibizione di simboli religiosi per motivi di consenso elettorale o la pretesa di cancellare qualsiasi espressione religiosa dallo spazio pubblico in nome di una laicità interpretata in modo alquanto singolare?
- Il parlamento è libero di discutere e legiferare e il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie ha detto Draghi. C’è vita fuori da Twitter. Ci sono i nostri diritti.
Può il nostro paese affrontare le sfide della modernità con idee e strumenti del secolo scorso? Esperti e studiosi si sono cimentati nelle ultime ore sulla rilevanza degli accordi fra lo stato italiano e la Santa sede, sulla loro interpretazione, sulle strategie che starebbero dietro al loro utilizzo strumentale. Quello che emerge è un quadro frammentato che sembra giovare ai meccanismi ben noti delle culture war di ogni risma: la facile esaltazione delle tifoserie, il dispiegarsi delle falangi



