come gestire il pluralismo religioso

Il mondo è cambiato più in fretta delle nostre leggi

Swiss Guards stand attention as they wait for Pope Francis to preside over Easter Mass in St. Peter's Square at the Vatican, Sunday, April 21, 2019. | usage worldwide Photo by: Stefano Spaziani/picture-alliance/dpa/AP Images
Swiss Guards stand attention as they wait for Pope Francis to preside over Easter Mass in St. Peter's Square at the Vatican, Sunday, April 21, 2019. | usage worldwide Photo by: Stefano Spaziani/picture-alliance/dpa/AP Images
  • In un paese che non riesce ancora ad approvare una legge generale sulla libertà religiosa (nonostante le numerose proposte esistenti) e vivacchia con una fascistissima legge del 1929 sui culti ammessi, non deve sorprendere se torna d’attualità il Concordato.
  • E oggi in che clima politico viviamo? Che società è quella italiana? Che ruolo ha la religione nelle vite dei cittadini oltre la facile esibizione di simboli religiosi per motivi di consenso elettorale o la pretesa di cancellare qualsiasi espressione religiosa dallo spazio pubblico in nome di una laicità interpretata in modo alquanto singolare?
  • Il parlamento è libero di discutere e legiferare e il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie ha detto Draghi. C’è vita fuori da Twitter. Ci sono i nostri diritti.

Può il nostro paese affrontare le sfide della modernità con idee e strumenti del secolo scorso? Esperti e studiosi si sono cimentati nelle ultime ore sulla rilevanza degli accordi fra lo stato italiano e la Santa sede, sulla loro interpretazione, sulle strategie che starebbero dietro al loro utilizzo strumentale. Quello che emerge è un quadro frammentato che sembra giovare ai meccanismi ben noti delle culture war di ogni risma: la facile esaltazione delle tifoserie, il dispiegarsi delle falangi

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