La prima email che mi salta all’occhio è della pierre di food ed esperta di champagne Carla Pacelli, pronipote del defunto papa. L’unica religione che mi attira verso di lei però è quella del tartufo. Tesse le lodi dell’ecoresort Casa di Langa dove gli ospiti possono fare passeggiate nel parco tartufigeno e, per chi ne possiede uno, mettere alla prova le doti del proprio Lagotto, razza canina ideata per la ricerca del pregiato tubero.

La gita fuori porta potrebbe essere ideale per i milanesi, visto che nell’ultimo anno sono in tanti ad averne adottato uno -– solo io ne conosco quattro – forse scambiandolo per un barboncino di grossa taglia.

Il whisky delle 11

In questi giorni Milano sembra Gotham City, piove e fa freddo, al punto che Eataly ha pensato di invitarci alle 11 di mattina ad assaggiare il suo whisky prodotto nella distilleria trentina Villa de Varda, di proprietà della famiglia Dolzan, che lo fa da quasi 200 anni. Ho dovuto declinare per ovvi motivi.

Però ho accettato l’invito di Beatrice a Cortina per fare un giro su una bici elettrica di lusso, alloggiare all’hotel Rosapetra, fingere di fare qualche vasca nella piscina riscaldata, e cenare al ristorante della famiglia Ghedina finendo con lo sgroppino a base di caffè e un liquore segreto che mi ha steso. I Giochi olimpici Milano-Cortina 2026 sono l’argomento dei cortinesi, a cui dovrebbero spettare tutte le gare di sci femminile e il curling, di cui non sono entusiasti.

Ma l’affronto sembra essere stato il ratto delle gare di bob da parte di Sankt Moritz - o forse Innsbruck, ancora non è chiaro - che nel mondo ha centinaia di migliaia di proseliti. Un popolo di santi, poeti ed esperti di bob scriveranno all’entrata della valle. Sembra saperne molto l’albergatore Antonio Onorato, che a settembre ho incontrato con la moglie Valentina a Venezia, alla Palazzina G, di cui lui è proprietario.

Viene a Cortina da quando è nato e da due anni ha rilevato il Rosapetra. «Mi spiace che il finale dei Giochi sarà a Verona, qui avremmo potuto dare un’ottima accoglienza», butta lì mentre beviamo il caffè.

I pensionati di Cortina

I russi fuggiti da Putin qui sono di casa. Forse non è un caso che il nuovo proprietario dell’azienda di moto MV Agusta, il trentenne milionario Timus Sardarov, abbia scelto questo cinque stelle per il lancio della sua vera passione, le bici green su cui ho appena fatto un giro. Ha criticato duramente Putin, per questo non è più gradito in patria.

«Questa guerra è la più grande tragedia della mia generazione. Chi l’ha provocata è il traditore del nostro futuro. Non mi sono mai sentito così male, questo atto non mi rappresenta». E ancora: «La storia li ritrarrà come uomini malvagi e nemici dei nostri fratelli», ha scritto su Instagram.

Ora vive tra Londra e Miami. E Cortina. Le sue bici elettriche costano quasi 4 mila euro ma i pensionati seduti sulle panchine, guardandomi affaticata durante una pausa in Corso Italia, hanno valutato che sia un buon prezzo.

Siriani a Roma

Ora sono diretta a Roma perché i miei amici produttori Emanuele Berardi e Guia Invernizzi Cuminetti domenica, all’Auditorium Conciliazione, proiettano per la prima volta il loro film Shukran. La storia è ambientata in Siria e racconta il dilemma di un cardiochirurgo a cui verrà chiesto di salvare un piccolo jihadista, figlio del terrorista che ha ucciso suo fratello.

È una storia vera tratta dal libro di Giovanni Terzi, e il film è stato girato nel Salento. Recitano attori arabi in siriano, i sottotitoli sono in italiano. L’amore vincerà mai sull’odio? E siamo sicuri di sapere qual è il bene o il male? Non è un film blockbuster, ma quando l’ho visto, a maggio scorso sul divano di casa, è stata dura trattenere le emozioni.

Alla proiezione ci saranno associazioni per la pace, qualche politico, Andrea Iacomini, portavoce di Unicef che alla causa siriana ha dato dieci anni della sua vita. In platea ci sarà anche Barbara D’Urso, ma nessuno dovrà sapere che uno dei produttori è suo figlio.

© Riproduzione riservata