7 e mezzo

Una donna con i seni che rimangono immobili sta facendo sesso con un uomo palestrato, ansimando con le mani intorno al suo collo. Inarca la testa e geme a lungo, con intensità. Il video è riprodotto da un telefonino ora appoggiato sul bordo del termosifone, mentre nelle AirPods continuano le urla forzate. Tommy, seduto sul water del bagno chiuso a chiave, finisce di darsi piacere con movimenti di mano rapidi e profondi. Eiacula in un attimo, come sempre, gran parte dell’eccitazione si accumula durante la fase di ricerca. Alla fine, però ricade, sceglie le solite: europee o americane tettone e magre in video curati in HD e montati in modo serrato, spesso con pompino in POV come inizio o conclusione. Ha quattordici anni. Alcune volte ha provato a masturbarsi fantasticando sull’amica di sua sorella con una terza coppa C - come ha sentito origliando dalla porta - o sulla ragazza che le piace; ma non riesce a immaginare abbastanza e necessita di un supporto virtuale. Lo fa almeno una volta al giorno, alcune volte tre. Se il bagno non è disponibile, rimane in camera e consuma interi pacchi di Kleenex. Sua madre pensa che abbia un raffreddore cronico. Gli basta aprire i social, e in pochi minuti l’algoritmo gli propone reel di sex workers scollate che rimandano a link di OnlyFans. La sua fava adolescenziale scoppia nei pantaloni, la morbosità dilaga e così fa una microtransazione Paypal – parte della sua paghetta finisce lì – in cambio di video intimi. Con queste modelle prova un piacere più coinvolgente perché gli sembra che parlino soltanto a lui e per lui. Mentre le endorfine gli invadono il cervello, si lava i denti e dà un’occhiata a Polymarket, il sito di scommesse. Il conto, intestato al cugino maggiorenne, è a 345 euro. Scorre tra elezioni in Canada, dazi, previsioni su reality. La primavera è perfetta per puntare sulla Champions. Scommette 50 euro sull’Inter vincente. Si sistema la tuta Fendi e gli occhiali da sole. Viene da una famiglia benestante e di sinistra, che legge e discute di politica. Ma lui ha sviluppato idee di destra tradizionalista, complice l’influenza di podcaster machisti: uomini muscolosi con Rolex, convinti che il maschio non debba pulire casa e che vada trattato da re. I suoi coetanei guardano questi contenuti e li commentano a scuola, ma lui non partecipa mai. Quando a tavola difende Trump — “perché almeno fa le cose” — la famiglia gli fa notare quanto siano estreme le sue idee di mascolinità. Lui risponde che guarda quei video per passare il tempo. Non direbbe mai alle sue amiche che devono stare in cucina, si vergognerebbe. Forse, in fondo, non ci crede nemmeno davvero. Ritrovarsi vent’anni dopo: la classe del 2005 Emma si trucca allo specchio guardando un GRWM (Get ready with me) della sua youtuber preferita, Nancy Torres, che nel tempo del make-up aggiorna i follower sulla serata con la sua nuova crush. Le aspettative del pre-serata durante il fondotinta. Contouring. Cucina high-protein e preliminari. Highlighter. Il sesso. Siren eye. L’aftersex. Gloss. La paura del ghosting il giorno dopo. Con il trucco Emma si sente più simile a Nancy. Spende molto per seguire i suoi consigli d’acquisto. La stima: esprime libertà, emancipazione, relazioni fluide. Dà consigli per muoversi nel mare di incertezze che affastellano la mente di una teenager ansiosa come lei. La vede come la sorella maggiore che non ha. Si lega i capelli in una coda, indossa push-up, maglietta attillata, giacca, stivaletti Zara, borsa Prada della mamma, jeans a zampa. Sa di vestirsi come tante altre ragazze e non se ne vergogna: per lei seguire la massa significa essere nel presente. Ha bisogno di controllare come viene percepito il suo corpo. Il giudizio altrui ha attecchito nella sua mente come edera su un palazzo. Commenti, battute, offese: sei piatta, sei cicciona. Il viso gonfio snellito col blush, i fianchi nascosti con pantaloni a vita alta. Un mese aveva quasi smesso di mangiare. La madre, psicoterapeuta, l’ha aiutata a ristabilire un rapporto sano col cibo e con se stessa. Le ha spiegato quanto sia tossico il contesto dei social e degli standard imposti. Da lì una discussione su Nancy Torres, che per la madre è l’incarnazione della pressione sociale. Da quel giorno, pur riconoscendole gratitudine, Emma ha iniziato a tenerla più distante. Anche ieri ha comprato qualcosa in farmacia e l’ha infilato in borsa senza dire nulla. All’ingresso dell’istituto, prima della campanella, studenti e studentesse sono in fibrillazione. È iniziata la cogestione, tre giorni di attività organizzate dagli studenti, una specie di autogestione ma più democristiana. Tommy fa un tiro di canna con gli amici. Ridono. Incrocia lo sguardo di Emma, poco lontana, con le sue amiche e una sigaretta tra le dita. Lei gli fa l’occhiolino. Disinibito dal THC, si avvicina. I due coetanei si conoscono di vista, per lui Emma è solo “l’amica di quella che gli piace”. La casa e il cane Hey, che corsi fai oggi? Film intrippanti e cucito. Tu? Videogiochi e… non mi ricordo. Emma lo fissa. Tommy si riscopre insicuro. Si sente piccolo. Si allontana. Il corso di videogiochi è stato approvato dal preside come una panoramica sociologica sul gioco dagli antichi egizi a Fortnite, in pratica fanno un mega torneo con le Playstation. Tommy gioca con un personaggio femminile dalle forme esagerate - seni giganti, fianchi strettissimi – e si eccita immagina il volto di Emma al posto dell’avatar. Lei si alza durante Inception, esce dall’aula blu del proiettore e attraversa i corridoi. Borsa alla mano, arriva davanti a una porta con scritto “Videogiochi”. Entra, incrocia Tommy e gli fa un cenno col mento. Gli sussurra all’orecchio, sfiorandogli la pelle con la bocca. Vieni con me. Lui la segue, avvertendo un soffio al cuore: è davvero interessata a me!? Camminano in silenzio, lei gli prende la mano. Entrano in uno stanzino pieno di detersivi e carta igienica. Tommy mette in parole il fuoco che brucia dentro. Sei molto bella. A Emma piace il potere che ha creato attorno a lei con poche mosse. Pensavo ti piacesse la Giuli. Ma no, cioè, non più. Allora ti piaccio di più io? Sì. E quindi che si fa? Tommy si avventa per darle un bacio sulle labbra, lei lo schiva e gli fa cascare la testa sul suo collo profumato. Lui è in visibilio e un momento dopo è a petto nudo, il respiro corto, le mani che non sanno dove andare. Lei le guida. Le sue, invece, sanno cosa fare. Gli tocca gli addominali che lui tiene stretti. Facciamolo. Ma io non ho nulla… Lei tira fuori il preservativo dalla borsa. Il tabù della sessualità a scuola, l’unica ideologia è l’oscurantismo Tommy esita, ma si impone il dovere di mostrarsi pronto. Anche per Emma è la prima volta, ma sembra disinvolta. Si toglie la maglietta, rimanendo in reggiseno. Niente baci. Niente parole. Gli abbassa la tuta e scende in ginocchio. Mette in pratica alcuni consigli sessuali di Nancy, anche se il sapore e l’odore le sembrano sgradevoli. Tommy le prende la coda di cavallo. Lei si ritrae e torna su. Lui è impacciato, apre il preservativo e lo inserisce con molto stress da prestazione. “Devo durare almeno otto minuti, non posso deluderla, per fortuna mi sono fatto una sega questa mattina”, pensa nel frattempo. Potrebbe fare una battuta. Dire che è la prima volta. Ma sta zitto. I maschi dei porno non parlano. Gli intramezzi spontanei - i momenti morti della vita reale - in Pornhub vengono tagliati e lui fatica a immaginarli. Immersa tra la carta igienica, con uno sconosciuto che non proferisce parola, Emma non si lascia andare. Apre le gambe. Sente un dolore inatteso, non si aspettava quella sensazione. Lo fa entrare piano. Vai più piano. Rallentano. Emma cerca di goderselo. Lui stringe i denti, ma dopo le ultime vibrazioni fuori ritmo, finisce. Subissato dall’ossitocina, si sbilancia su di lei, la quale lo sorregge più che stringerlo a sè. Si distaccano e rivestono in silenzio. Lei è lucida e lievemente malinconica. Non è felice, non è pentita. È successo. Il dolore, quello sì, inatteso. “Forse non ero abbastanza eccitata?” si domanda. È tutto okay? Alla grandissima. Intendo il preservativo. Sì, tutto regolare. Lui, sospeso tra la sovraeccitazione e l’appagamento totale, la abbraccia. Ti è piaciuto? Lei alza le spalle, si tira giù la maglietta. Stai bene? Sì. Dai. Dai cosa? Niente. È stato… boh. Emma fa un sorriso di circostanza. Possiamo fare un giro oggi pomeriggio, che dici? E si allontana sfuggente. Scrive un messaggio a Giuli: Ho BISOGNO di parlare, vieni in bagno. Si chiude dentro e si pulisce il poco sangue. Costantino: «Educazione sentimentale? Serve rigore scientifico, non propaganda» Tommy rientra in classe e si sistema nella sedia lasciando andare penzoloni gli arti. I suoi amici si stringono attorno in un coro greco in tuta e sneakers in attesa di verdetto. Ho trombato. Non è vero! Ve lo giuro. Dove? Nello sgabuzzino del secondo piano. Quanto sei durato? Molto. Ma se sei andato via dieci minuti fa! Com’è là dentro? Non potete capire. I ragazzi ridacchiano euforici, invidiosi, mentre dai loro pantaloni di cotone emerge una sporgenza. Tommy chiude gli occhi, si gode l’ultima scia di goduria provocata dalla serotonina. Bussano. Sono Giuli. Le due si chiudono dentro. Dammi una sigaretta. Giuli esegue. Emma tira una boccata. Lascia che la nicotina scivoli nei polmoni, come se quel respiro potesse calmare più di un dolore fisico. Ho appena scopato. Con chi? Tommy. Ma ti piace? Fisicamente sì dai. Poi ho scoperto che è timido e a me piacciono quelli così. Te l’ha chiesto lui? No, io. E perché? Volevo provare. Ha paura che Giuli la giudichi per la banalità di ciò che ha detto e cerca di approfondire. Al diavolo quelli che dicono che la prima volta deve essere speciale. Ad aspettare il principe azzurro perdi solo occasioni per scoprire cose nuove. Beh, sì, la verginità è un costrutto sociale. Ti è piaciuto? Abbiamo fatto i preliminari... … e lui è sceso sotto? Scuote la testa. Quindi li hai fatti solo tu i preliminari. L’amica l’ascolta, scettica. Mi ha sfiorato, ma da sopra le mutande. Non ti ha nemmeno toccata. Forse aveva paura di invadere la mia privacy? No, è che questi stronzi pensano solo a loro. Appena è entrato, è stato strano. Non ho avuto come goderne. È durato troppo poco. Ansia da prestazione. Dici? Si ammazzerà di porno. Non li guardavi anche tu? Sì, ma solo quelli femministi. Cioè? Senza il male gaze. Vabbè. Voto? 7… e mezzo. Giuli imita la prof.ssa di storia abbassandosi gli occhiali sulla punta del naso. La prossima volta lo portiamo a 9, intesi? Sorridono. Vivere senza social è possibile. Anzi, si sta molto meglio Lei, durante il secondo turno di cucito, mentre lavora a maglia, ha la mente altrove. Sviluppa scenari, costruisce castelli in aria. Come ha appreso al primo turno con Inception, attraversa vari strati di sognanti possibilità. Si chiede se lo ha scelto a caso o se già da prima quel volto le muoveva qualcosa in lei. Tutto è partito dal corpo ma ora è anche nella testa. Lui si domanda che tipo di amici sono i suoi con cui non può parlare su come si sia sentito. E poi si chiede sia colpa sua se lei alla fine è andata via a disagio. Qualcosa che ha fatto o non ha fatto. Non ha risposte, ma sperimenta una vera empatia amorosa per un’altra persona, un’emozione più dolce e trainante della scarica di dopamina rilasciata da una scommessa su Polymarket. La prima giornata di cogestione si conclude tra aule svuotate e corridoi pieni di cartacce. Alcuni professori in aula insegnanti storcono il naso: “Una perdita di tempo”, borbottano, “non si impara niente”. Altri invece: “Forse è proprio oggi che imparano a mettersi in gioco”. Nessuno, in fondo, immagina cosa sia successo tra Emma e Tommy. Una volta nel bagno di casa Tommy si guarda allo specchio. Ha ancora addosso il profumo di Emma. Gli occhi si fanno rossi. Non sa se ha fatto bene o male, ma qualcosa dentro lo graffia. Sta per aprire Instagram. Ma non lo fa. Poi però non riuscendo a venire a capo delle sue domande, apre Instagram, che, come un oracolo, invece della solita ragazza in bikini che balla scuotendo le tette il suo algoritmo - forse per via della geolocalizzazione - gli propone un vecchio post carosello di Emma. Lei a Barcellona con la famiglia. Lei con una tapas. Lei davanti a una statua umana. Scorre divertito le sue foto. Gli viene da scriverle un direct. Digita. Che fai? Emma è online. In camera sua sta guardando un trend tik tok how to feel when he really likes you. La risposta arriva subito. Sto pensando a te. Anche io. [Missing Caption][Missing Credit]