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«Non c’è niente di più bello della Prospettiva Nevskij, almeno a Pietroburgo: per questa città la Prospettiva è tutto», scrive Nikolaj Gogol in apertura di uno dei suoi Racconti di Pietroburgo (1842), dedicato appunto all’analogo russo della Quinta Strada di New York.
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Questo viale monumentale, progettato sul modello degli Champs-Élysées di Parigi, deriva il nome Nevskij dal fatto di congiungere in diagonale due punti di un’ampia ansa del fiume Neva: come la corda di un arco, si dice in Russia.
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Luoghi, edifici, uomini e memorie lungo la Prospettiva Nevskij tracciano la mappa di una città che testimonia il proprio destino storico di capitale degli zar russi, della rivoluzione sovietica e della cultura mondiale
«Non c’è niente di più bello della Prospettiva Nevskij, almeno a Pietroburgo: per questa città la Prospettiva è tutto», scrive Nikolaj Gogol in apertura di uno dei suoi Racconti di Pietroburgo (1842), dedicato appunto all’analogo russo della Quinta Strada di New York. E continua descrivendo il mutare della Prospettiva durante il giorno, a seconda delle diverse classi sociali che la invadono la mattina andando al lavoro, a mezzogiorno uscendo da scuola, nel pomeriggio facendo le compere e la ser



