Cultura

Alla fine sono quarant’anni che è tutta Colpa d’Alfredo

Dalle censure della Rai al concerto definitivo del Modena Park. Vasco Rossi ha passato decenni a sbriciolare la sottile linea che divide la vita dall’arte. Edmondo Berselli, che non lo amava, ha scritto che «Vasco non comunica nulla se non sé stesso», frase più ricca di significati di quanto il suo autore non intendesse

  • Sono passati quanrant’anni da quel disco, il terzo del rocker di Zocca, uscito nel 1980. Mica un anno qualsiasi. Segnava simbolicamente un periodo fatidico della nostra storia di cui il maledettismo vascorossiano è l’emblema.
  • Vasco è stato precursore in tutto: è diventato rocker nella terra dei cantautori, e ha profeticamente capito l’avvento degli influencer, assieme maledetto e crepuscolare, mentre ci trovavamo tutti al Roxy Bar.
  • Sony Music lo celebra con una riedizione che esce venerdì 27 novembre con l’inedita copertina che riporta la foto come la voleva allora Vasco: il suo primo piano con l’occhio nero e il volto tumefatto, truccato come se fosse stato pestato

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