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Quando, nel gennaio del 1982, Einaudi pubblicò i Diari di Antonio Delfini, fu Cesare Garboli a scriverne la prefazione. Ora, per merito di minimum fax, quelle magnifiche quarantasei pagine sono ritornate in libreria con il titolo Un uomo pieno di gioia.
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Non è un tributo docile alla memoria di un vecchio amico, quello scritto da Garboli, né un salamelecco a uno scrittore da tempo deceduto: è un addio che si confonde con l’abbraccio più struggente.
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Fu un’amicizia di quindici anni, la loro, che ci appare come molto più duratura, come quelle amicizie estive da bambini che pur se soltanto di due mesi fanno un’ombra lunga una vita.
L’amicizia intinta di poesia fra Garboli e Delfini
25 maggio 2021 • 10:29Aggiornato, 01 giugno 2021 • 16:51