Cara Giulia,

mi sono innamorata del mio coinquilino. Per molto tempo ho pensato che fosse solo una cotta passeggera, ma ormai non posso più fare finta di niente. Sarà che abbiamo passato la quarantena insieme, sarà che ho visto praticamente solo lui per mesi, ma ormai riconosco tutti i segnali di quando sono innamorata pazza. Penso solo a lui, mi manca quando non siamo insieme, lo nomino ossessivamente alle mie amiche, rido sguaiatamente a ogni sua battuta, se mi sfiora sento una morsa allo stomaco. In questo periodo mi sembra che mi si legga in faccia. Non sono brava a nascondere le mie emozioni e credo che chiunque, anche a chilometri di distanza, capirebbe che sono completamente andata. Sono abbastanza sicura che se ne sia accorto anche il diretto interessato, che però ha atteggiamenti ambigui. A volte mi sembra che stia flirtando con me (mi prende in giro in modo carino, fa battutine allusive), ma poi non fa niente per dimostrarmi qualcosa di più. C’è anche un problema importante: è fidanzato da anni. La ragazza vive in un’altra città, ma è capitato che ogni tanto venisse a trovarlo. Non per essere esplicita, ma i muri sono sottili in casa nostra e io dalla mia camera da letto sento tutto. Per me ogni volta è una coltellata al cuore.

Poi lei se ne va e lui torna a fare un po’ quello complice. Di lei si lamenta in continuazione, ma ho paura che non la lascerà mai. Forse se gli dicessi cosa provo troverebbe il coraggio. Cosa devo fare? Devo buttarmi?

L.

Cara L.,

buttarti dove, sotto una macchina? Per carità, non fare gesti avventati. Siediti un attimo, bevi un bicchier d’acqua e guarda insieme a me questa magnifica sfilata di bandiere rosse. No, non siamo a una parata della Repubblica Popolare Cinese. Le bandiere rosse in questo caso ti segnalano forte e chiaro il pericolo imminente.

Tra i possibili esiti di questa situazione mi sentirei di scommettere sulla ricerca forzata di un nuovo appartamento per te. Già ti vedo, con tutti i tuoi averi in un trolley, a vagare tra i divani delle tue amiche in attesa di ritrovare una sistemazione stabile. Purtroppo in certe circostanze – cioè con tizi fidanzati che te lo fanno nasare a gratis – rimanere deluse e col cuore infranto è facilissimo. Potrei sbagliarmi, ma secondo me la fidanzata, per quanto lui se ne lamenti, non la lascerà mai. Se ho capito bene il tipo trascinerà la sua relazione all’infinito, finché a un certo punto, più esausta di te, non lo mollerà lei. Ma potrebbe volerci del tempo, e sono certa che tu hai cose più interessanti e utili da fare nel frattempo.

Lo so che adesso ti sembra impossibile, ma questa cotta ti passerà. È come dici tu, avete solo passato troppo tempo insieme. C’erano due possibilità: che arrivaste a infilarvi le dita negli occhi o che cominciaste a pensare di aver trovato l’amore della vita. La cura a questo punto è una sola. Esci di casa, prendi un po’ d’aria, frequenta qualcun altro. E, per non saper né leggere né scrivere, tieni d’occhio gli annunci immobiliari.

Cara Giulia,

mi sono sposata molto giovane e di recente, a 53 anni, dopo più di 30 anni di matrimonio, ho divorziato dopo aver scoperto diversi tradimenti da parte di mio marito. Sono convinta della mia decisione, non riuscivo più a condividere il letto con qualcuno che non ha avuto nessun rispetto dei miei sentimenti, ma non avevo messo in conto di sentirmi così sola. I nostri figli sono grandi e sono usciti di casa da tempo e per la prima volta nella mia vita vivo per i fatti miei (quando mi sono sposata sono passata da casa dei miei genitori alla casa in cui poi ho vissuto con mio marito per tutti questi anni). Non so bene come gestirla, questa solitudine. L’uomo con cui sono di fatto cresciuta mi ha completamente assorbita, ma era una sicurezza. Ora mi sembra di dover rifare tutto daccapo. Non mi ero resa conto di quanta poca vita avessi fuori dal mio matrimonio. Non ho amici che siano solo miei, non ho un lavoro (sono sempre stata una casalinga) non ho nessun hobby. Forse non so neanche bene chi sono. A volte quando apparecchio per me e basta mi viene da piangere. Certe giornate mi sembrano infinite.

D.

Cara D.,

non so immaginare come ci si senta a cambiare drasticamente la propria vita dopo trent’anni, ma sono certa che ci voglia fegato. Ora deve trovare lo stesso coraggio che ha già dimostrato di avere e prendere le misure di questa nuova vita. Come ho scritto altre volte, ci abituiamo a tutto, come le blatte. Un altro luogo comune, che è tale in quanto verissimo, è che il tempo guarisce quasi ogni male. Si prenda quello che le serve e cominci a chiedersi cosa la rende davvero felice, e poi agisca di conseguenza. E se le sembra di avere bisogno di un aiuto per ritrovarsi e fare ordine, penso che in certi casi la terapia possa aiutare. È fra l’altro un ottimo modo per impegnare qualche ora di una lunga giornata.

La solitudine poi non è solo una condizione fisica: ci si può sentire molto soli anche in un matrimonio infelice. La differenza è che adesso può dare a questa solitudine la forma che vuole lei, e non quella stabilita da qualcun altro. Non la veda come una condizione negativa, provi a tradurla con un’altra parola: libertà. Vada in bagno con la porta aperta, guardi un film alle 10 della mattina, legga un libro nel cuore della notte, esca a comprarsi qualcosa che desidera da un po’. E se apparecchiare per uno le mette tristezza, sa cosa può fare? Non apparecchiare. Nessuno la giudicherà.

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