Pubblichiamo uno dei racconti contenuti nel libro “Racconti giusti” (DeAgostini), scritto dal nostro inviato Nello Trocchia, ispirato ad Anna Maria Ciccone, matematica e fisica italiana
Questo racconto è ispirato ad Anna Maria Ciccone, matematica e fisica italiana. Quando la guerra, il secondo conflitto mondiale, insanguinava l’Europa e il progetto di sterminio dei nazisti era ancora in auge, lei fece una cosa piccola e straordinaria. Salvò i libri. Lei, sola, senza armi, senza pistole, senza fucili decise di proteggere l’Istituto di Fisica dell’università dove lavorava, pieno di testi che i nazisti, i cattivi della storia, volevano distruggere. Vinse ragionando, proprio come la pulce.
Al villaggio degli animali da qualche tempo nessuno sembra sereno. Nel grande magazzino degli insetti, commessi e clienti si guardano intorno spaventati, pronti a cercare riparo dietro ai banconi o nei camerini. Per strada, tutti sembrano agitati e non si fermano nemmeno al bar a prendere un tè alla rugiada o scambiare due chiacchiere sul tempo o sulle partite di palla-zoccolo.
A scuola, poi, i piccoli di ogni specie bisbigliano, ronzano il meno possibile, non cinguettano, non muggiscono, non ululano. La maestra Farfalla cerca di calmarli. «Tranquilli! Non vi ricordate che abbiamo già parlato delle “notizie false”?» dice. «Magari anche questa lo è».
Purtroppo, però, nemmeno lei ne è molto convinta. Ma di quale notizia sta parlando la maestra? Be’, potrebbe trattarsi di un semplice pettegolezzo, ma nessuno lo sa ancora, l’unica cosa certa è che questa notizia è arrivata alle orecchie e alle antenne di tutti gli abitanti e, da quel giorno, tutti vivono nella paura. A questo proposito oggi il sindaco Orso ha deciso di radunare il consiglio del villaggio nella sala principale del municipio. «C’è una tigre che si aggira nei villaggi vicini, una tigre che divora ogni cosa. Una belva mostruosa!», esclama, dando inizio alla riunione.
Ecco, è proprio questa la notizia che spaventa tutti, grandi e piccini. «Dobbiamo fare molta attenzione: presto potrebbe arrivare anche qui!». «Già, ormai lo sanno tutti, anche i cuccioli. Oggi era scritto persino sul giornale!», aggiunge il consigliere Riccio. «Dobbiamo costruire dei rifugi sotterranei! Dobbiamo scappare!», suggerisce la consigliera Formica.
Insomma, in men che non si dica si crea un gran trambusto. E se i grandi sono così spaventati, immaginate quanto possano esserlo i piccoli! Che sia a casa o che sia a scuola, si pongono mille domande: e se arrivasse davvero la tigre mostruosa? Ma soprattutto, com’è fatta una tigre mostruosa? Ha i denti affilati, lo sguardo torvo e si muove come un grande gatto silenzioso? Tutti se la immaginano in mille modi diversi anche se non l’hanno mai vista, un po’ come quando si legge un libro che parla di creature spaventose, ma non ci sono le illustrazioni.
Insomma, ogni animale, insetto, pianta del villaggio teme l’arrivo della belva feroce. I mostri sono così, fanno paura anche quando non ci sono, soprattutto quando non ci sono. La cosa strana, però, è che nessuno dice più la parola “tigre” a voce alta, come se fosse impronunciabile. Quando qualcuno vuole nominarla, lo fa a bassa voce, piano piano, in un sussurro. La paura gioca spesso brutti scherzi e costringe a comportarsi in modo strano. Tuttavia, non tutti sono spaventati. Qualcuno, infatti, continua a sorridere e a condurre la solita vita, nonostante tutto.
Si tratta della pulce, la bibliotecaria del villaggio, nonché campionessa di salto in lungo alle Olimpiadi degli Animali. Nella sua accogliente biblioteca, ormai, nessuno riesce più a stare in silenzio: tutti bisbigliano, agitati, ma lei li ascolta e se la ride. «La paura non serve ad affrontare i mostri, ma solo a nascondersi e a vivere meno liberi!», dice. «Parli proprio tu? Così piccola e minuta, come pensi di sconfiggere una tigre feroce?», le chiedono spesso. Ma la pulce ride. Come mai non ha paura come gli altri? (...)
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