Forse non riusciremo davvero a sbancare l’Ariston, anche perché rivelando questa canzone a voi in anteprima abbiamo già violato il regolamento. Però l’esperimento che vi stiamo per raccontare è comunque interessante, perché rappresenta un possibile scenario futuro. Noi l’abbiamo affrontato con una buona dose di ironia, ma c’è chi potrebbe farlo molto più seriamente.

Facciamo un passo indietro. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo in cui vi raccontavamo un utilizzo particolare di ChatGpt, il sistema di intelligenza artificiale ideato da OpenAi. Gli avevamo chiesto di scrivere il testo di una canzone che avesse tutti i crismi per vincere Sanremo. In effetti, il risultato rispettava i canoni tipici della tradizione nazionalpopolare italiana. Ma per dargli davvero vita avevamo bisogno della musica.

Dal testo alla canzone

Ci ha pensato Lorenzo Gobbo, un nostro fedele lettore di 35 anni (appena compiuti) che si è imbattuto nel nostro articolo. Ha costruito quella che in gergo si definisce “una demo”, una versione ancora grezza di una canzone. Però dà già un’idea di quale potrebbe essere la futura evoluzione per chi si affida a ChatGpt, che potrebbe diventare un paroliere a portata di click.

«L'idea di mettere in musica questo testo mi è venuta perché, in qualche modo, mi sono sentito rappresentato dalle parole e questo ha fatto sì che si risvegliasse la mia creatività», ci spiega Lorenzo. «Per farlo mi sono messo nei panni di chi vive, o ha vissuto, quelle sensazioni e ho pensato a una musica che potesse starci bene. Raramente un arrangiamento è facile da scrivere, ma in questo caso è uscito dalle mie dita come se il testo lo avessi scritto io. Ho sentito un grande trasporto e in poco più di mezz’ora era tutto finito, come se avessi suonato una canzone che già conoscevo».

La passione per la musica

Lorenzo non è un musicista affermato ma ha sempre avuto questa passione. Abita in un piccolo paese in provincia di Pordenone ed è stato iniziato alla musica dalla madre. «Ho iniziato suonando la fisarmonica. Poi, anche grazie al mio maestro di allora, mi sono avvicinato al pianoforte», spiega. «Dopo qualche anno ho iniziato a suonare in un'orchestra da ballo e mi sono esibito soprattutto in Friuli, Veneto e Trentino».

«Sono sempre stato un amante della libertà di pensiero e della libertà dell'informazione rispetto al mainstream. Per questo, quando ho scoperto il primo numero di Domani l'ho acquistato principalmente per curiosità. Sono rimasto molto colpito (tanto da diventare un affezionato lettore)».

L’esperimento

Ma davvero l’intelligenza artificiale può essere il futuro della musica? Lorenzo è convinto di no. «Può essere un aiuto per chi non ha dimestichezza con i testi o è a corto di idee», spiega. «Ma le canzoni devono essere una rappresentazione di chi scrive, non di un programma artificiale».

«I testi devono nascere dall’anima dell’autore. Dalla necessità, magari, di scrivere una canzone di protesta o una canzone d'amore. Chi ascolta una canzone deve riuscire a percepire il disagio, la critica sociale o il sentimento che vengono espressi nel brano».

Intanto, però, noi possiamo continuare a divertirci. Se sei un musicista, o il membro di un gruppo, e vuoi partecipare a questo esperimento, inviaci la tua interpretazione di Rinascere a questo indirizzo e lo condivideremo con tutta la comunità di Domani. Il testo lo puoi trovare qui.

© Riproduzione riservata