Al secondo Natale con il virus sappiamo che la tecno-medicina genera paradossi, che il vero consumismo è farsi vedere mentre si compra e che le conoscenze hanno trasformato la lotta contro i colpi avversi della natura in una lunga guerra di trincea
- Abbiamo imparato che lo sviluppo tecnologico della medicina sta evitando moltissime morti, ma ha anche innescato un processo che mai si era visto finora: fatto di rapidità sorprendente ma ricco di imboscate e di contraddizioni.
- Abbiamo imparato che, nonostante tutte le dichiarazioni di buona volontà, alla pandemia mondializzata non corrisponde nessun serio desiderio da parte degli stati nazionali di adottare strategie effettivamente comuni.
- Abbiamo imparato anche che discipline come la statistica e il calcolo delle probabilità non godono di buona stampa, come la matematica in generale.
Dopo un anno e nove mesi dal primo lockdown e dopo circa due anni dal probabile ingresso del Covid in Italia, il secondo Natale con la pandemia si presenta all’insegna dell’incertezza: non si sa ancora se la variante Omicron sia talmente diversa dalle precedenti da mettere fuori gioco i vaccini attualmente esistenti (pessima notizia) e se la sua diversità vada nella direzione di un attenuarsi della virulenza (buona notizia, perché sarebbe un passo verso l’adattamento del virus al suo animale os



