Frutti di bosco, premi del bosco

Cibo è il nostro inserto mensile che racconta il mondo attraverso ciò che mangiamo. Esce l’ultimo sabato di ogni mese sulla app di Domani e in edicola. In ogni numero svisceriamo un tema diverso con articoli, approfondimenti e commenti: il tema del numero di questo mese è cucina abitabile. Qui troverete man mano tutti gli altri articoli di questo numero. In questa pagina, invece, tutti gli altri articoli di Cibo, che è anche una newsletter gratuita. Ci si iscrive a questo link. Quando camminiamo nei boschi in autunno o facciamo una passeggiata tra i campi, spesso pensiamo solo al silenzio, all’aria fresca tra i capelli o al frusciare delle foglie. Ma la natura, se impariamo a guardarla con attenzione, ci offre molto di più: ci regala piccoli tesori che crescono spontaneamente, senza che nessuno debba seminarli, annaffiarli o proteggerli perché parte di un ecosistema che nasce, cresce e muore da solo senza l’intervento dell’uomo. Sono frutti, erbe e bacche che la terra produce da sola, e che da secoli accompagnano la vita degli esseri umani. Oggi li consideriamo “speciali”, quasi delle curiosità, ma un tempo erano fondamentali per sopravvivere e per affrontare le stagioni più dure. La loro raccolta non era un divertente pomeriggio da passare in compagnia degli amici, ma una necessità che ha portato milioni di persone a vivere vicino ai boschi per poter vivere dei loro frutti. La cucina italiana patrimonio Unesco, ma per le ragioni sbagliate Le castagne di Canossa Tra i doni più caratteristici del bosco in questo periodo ci sono le castagne, vere e proprie regine dell’autunno. Chiunque viva o abbia visitato l’Appennino Tosco-Emiliano sa quanto questi frutti siano importanti per la storia e la cultura del territorio. Ma forse non tutti conoscono il legame tra le castagne e una figura storica affascinante: Matilde di Canossa, una delle donne più potenti del Medioevo. In un’epoca piena di guerre, intrighi e cavalieri armati, nonostante le tristezze della sua gioventù lei seppe governare con intelligenza. Era forte, certo, e sapeva farsi rispettare, ma era anche attenta alle necessità della sua gente. Matilde capì l’importanza che le castagne avevano per l’alimentazione dei suoi contadini in un’epoca in cui le patate ancora non si conoscevano in Europa e in cui il pane era riservato solo ai signori più abbienti: fece piantare diversi castagneti, facendo disporre le piante a una distanza precisa l’una dall’altra per permettere loro di crescere nelle condizioni migliori. Era così possibile raccogliere le castagne, farle seccare nei metati – dei piccoli affumicatoi di pietra che si trovano ancora oggi nei boschi – e poi macinarle per ottenere una farina con cui fare il pane. La scelta fu a dir poco geniale, dato che a distanza di mille anni i boschi di castagne sono ancora presenti e danno frutti abbondanti senza alcun bisogno di essere curati. Ancora oggi i bambini le possono raccogliere in compagnia nei pomeriggi a tema medievale. La nuova normalità del meal prep: abbattere costi e sprechi senza ossessionarsi Funghi e ortiche Oltre alle castagne, passeggiando nei boschi, specialmente tra fine estate e autunno, è possibile scoprire una quantità sorprendente di piante utili e gustose. Ci sono ad esempio i funghi, protagonisti di tanti piatti saporiti. Raccoglierli è emozionante, ma richiede attenzione: non tutte le specie sono commestibili, e per questo vanno cercati solo in compagnia di esperti. Chi conosce i sentieri del bosco sa che spesso i funghi spuntano dove meno te l’aspetti: vicino ai tronchi, sotto uno strato di foglie umide, ai piedi di un vecchio castagno o lungo un torrente. I fungaioli sono molto gelosi dei posti dove sanno di poter trovare un raccolto abbondante e non condividono i loro segreti con nessuno: attenzione, però, proprio perché i funghi non crescono lungo i sentieri battuti, avventurarsi alla loro ricerca senza qualcuno di esperto può rivelarsi molto pericoloso, si scivola facilmente, e tornare sui propri passi può diventare impossibile! Inoltre, essendo un frutto della terra molto ricercato, in diverse regioni o comuni è necessario pagare una piccola tassa: si tratta di un permesso dal costo di pochi euro che può essere giornaliero o durare settimane e mesi, ovviamente non serve a coprire il costo dei funghi che crescono spontaneamente, ma il disagio di avere molto afflusso in alcuni comuni concentrato in particolari periodi. C’è poi un’erba che cresce spesso ai bordi delle stradine poco frequentate in campagna, odiata dagli escursionisti e temuta dai bambini: l’ortica, famosa anche perché se anche solo sfiorata irrita la pelle dei malcapitati. In realtà, le ortiche sono ricche di proprietà e, una volta cotte, diventano l’ingrediente perfetto per risotti, torte salate, tisane o ripieni per ravioli. La loro proprietà, quella di difendersi “pungendo”, si annulla dopo poche ore dalla raccolta e seduta stante con la cottura: questo fastidio è provocato dai minuscoli peletti di cui sono ricoperte, che liberano una sostanza urticante quando toccati. Ma non solo: già gli antichi romani, oltre a utilizzi alimentari, le avevano trovato diversi utilizzi terapeutici (cura per reumatismi o addirittura filtro d’amore). Ma si può utilizzare in agricoltura biologica per dei macerati da spruzzare sulle piante dell’orto per tenere lontani i parassiti: è molto semplice da preparare e si può subito utilizzare, basta tenere le foglie in ammollo nell’acqua per una notte. Il paradosso del riso: è troppo, ma non nutre Frutti di bosco, rosa canina Durante le passeggiate estive è impossibile non notare le macchie colorate dei rovi pieni di more mature o le distese di mirtilli e lamponi. Questi ultimi amano le zone umide, mentre i mirtilli crescono volentieri al sole in cespugli: entrambi però si possono trovare solo a certe altitudini, in collina e montagna. Le more e le rose canine invece bordeggiano le strade, i fossati e i canali di scolo anche in pianura. Sono frutti che crescono su arbusti spinosi, intrecciati gli uni agli altri: le more maturano in agosto e poi, morendo, lasciano spazio alle bacche dal colore rosso arancione delle rose canine a ottobre-novembre. Più freddo c’è, anzi, meglio ancora se c’è stata qualche gelata notturna, più intenso sarà il loro sapore. Con le more si possono preparare marmellate, crostate e perfino succhi dissetanti, ma sono anche un’ottima base, una volta essiccate, per le tisane. Le bacche di rosa canina vanno invece aperte in due per estrarre i piccoli semini pelosi che possono causare fastidi intestinali. Dopodiché sono perfette per essere utilizzate come le loro “sorelle estive” more. La prossima volta che ti troverai nei sentieri di un bosco o lungo una strada di campagna, prova a guardarti intorno con occhi diversi. Forse scoprirai che la natura ti sta già parlando: basta ascoltarla, accoglierla e ringraziarla per i suoi doni. E magari, mentre assaggi una castagna calda o un frutto raccolto da un ramo, ricorderai la storia di Matilde. La rubrica Assaggini è destinata ai ragazzi dagli otto anni in su e alle loro curiosità sul mondo alimentare [Missing Caption][Missing Credit]