Peggio che trovarsi nella zona rossa e poi arancione, durante la seconda ondata di Covid, c’è trovarsi nella zona rossa e poi arancione in procinto di un trasloco. E alla ricerca di una nuova casa entro fine anno. Anche i milanesi piangono, ma non lo fanno vedere. Soprattutto all’agente immobiliare che davanti all’ansia del compratore non ha alcuna pietà. La percentuale delle loro provvigioni è al 4 per cento, perfino io non avrei pietà di me stessa.

A pranzo fuori

E così, mentre apro una bottiglia di rosso, pregustando il passaggio della Lombardia nella zona gialla e di qualche problema logistico in meno, ricevo un invito a pranzo fuori. Rispondo subito sì e pure con una certa emozione.

Dopo quasi due mesi di saracinesche chiuse riaprono bar, locali, trattorie, ristoranti e posti alla moda dove ci si siede per mangiare, o anche solo per conversare con comodità.

Ma la mia interlocutrice incalza: «Se cambi idea avverti, il ristoratore ha già pronta la lista d’attesa». Secondo l’ultimo Dpcm i posti a tavola consentiti nei locali sono al massimo quattro. Esiste anche la formula quattro più quattro, e non ha niente a che vedere coi contratti d’affitto a lungo termine di cui sono diventata esperta. Si tratta di due tavoli vicini ma non uniti. Alla fine optiamo per un meno impegnativo quattro più due.

Finalmente ci siamo. La giornata promette bene, ma capisco che non tutto va secondo i piani quando mi presento con disinvoltura al parcheggio di via Pontaccio e l’addetto mi indica il cartello “tutto esaurito”. Non succedeva da mesi. Sistemo l’auto in divieto di sosta maledicendo me stessa e benedicendo l’abbonamento ancora attivo al car sharing, e imbocco via Fiori Chiari, dove si trova il ristorante. Fuori c’è già il cartello “Completo” con la variante in inglese “Full”.

Avvocati, imprenditori, creativi, gente della moda, entro e sono tutti attovagliati. Chiunque mi saluti, pur solo a distanza e con un cenno della mano, riceve da me il calore che destinerei a un parente. Mi sembra di non vedere nessuno da secoli. Saluto col gomito la pierre Francesca Picciafuochi – se anni fa i piumini Colmar hanno invaso tutta l’Italia ringraziate lei – e Nicola Scamardi, capo comunicazione di Agnona.

Poi incrocio la coppia Francis Cordoba e Alessandro Iliprandi, che qui alla Torre di Pisa sono di casa. Hanno una Mercedes classe G dorata, la tata dei figli specializzata in foto su Instagram e una villa a Forte dei Marmi disegnata dall’architetto Vincenzo De Cotiis dove in estate danno party e tutti, calciatori, influencer, stilisti, truccatori delle dive, imprenditori, vogliono esserci.

L’anno scorso ho partecipato a una festa a casa loro qui a Milano. Ricordo la vista sul Castello sforzesco e la cena a base di pâté, caviale e champagne millesimato. E che il giorno dopo, nonostante l’opulenza della tavola, erano di nuovo a pranzo qui.

Cambiare il fuso orario

C’è anche la stilista Lucilla Bonaccorsi, braccio destro della madre Luisa Beccaria, col marito Filippo Richeri. Quest’estate lui l’ha raggiunta nella sua tenuta di famiglia a Castelluccio, in Sicilia, partendo in bicicletta dalla Liguria per una raccolta fondi benefica. Da un tavolo all’altro si danno appuntamento per un caffè con l’avvocato Andrea Tortora della Corte, rinomato per le fusioni a molti zeri tra aziende di moda e per la vita mondana caprese.

A tavola brindiamo e parliamo di Capodanno. Qualcuno accenna a viaggi esotici e smart working a Dubai, altri al Natale in Puglia coi genitori, ma l’unico che mi convince è l’amico Davide Jucker che propone di sincronizzare gli orologi otto ore in avanti, sul fuso orario del Giappone: «Si iniziano i festeggiamenti alle 15 e alle 22 siamo tutti a casa», per la gioia del presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Una sera che piove

Intanto un amico mi invita a passare in via Croce Rossa al ristorante Emporio Armani per un caffè, c’è la Strixya in consolle. Lei è un’istituzione, la performer più amata di Milano. È con lei che noi, ex ragazzi ribelli, abbiamo scoperto il Plastic quando ancora si trovava in viale Umbria e fumavamo nei locali.

È lei che ci ha fatto scoprire la canzone di Loredana Bertè “Una sera che piove” dedicata a Milano: la sceglieva sempre per ultima, prima di accendere le luci e spedirci a casa sudati col bicchiere ancora in mano.

Oggi a godersi lo show giornaliero ci sono Johanna Maggy, ex compagna di Fabio Volo, e Marica Pellegrinelli, ex moglie di Eros Ramazzotti. Quest’ultima non resiste, si alza e tra le poltroncine di velluto balla da sola “Cicale” di Heater Parisi. Vorrei essere lì.

Siedono al tavolo col fotografo di moda Julian Hargreaves, dove c’è lui c’è jetset. Quest’estate si è diviso tra le vacanze sullo yacht di Renzo Rosso e l’Hotel Ramazzino ospite del milionario iraniano Hormoz Vasfi.

Anche lui, Julian, come me è in fase di trasloco ma non credo lo preoccupino i colori della Lombardia: nell’attesa che passi il Covid, un amico gli ha lasciato casa sua in piazza Duomo.

Nostalgia degli imbucati

Il primo giorno in zona gialla coincide con la festa di Santa Lucia. Indimenticabili sono le tombole a casa dello stilista siciliano Alessandro Enriquez a cui prende parte chiunque, di ogni censo, sesso ed età. L’anno scorso, a tarda sera, ricordo una conversazione in cucina degna di una sceneggiatura con Teresa Missoni e la simpaticissima attrice transgender Cristina Bugatty. Oggi Enriquez ha dato un pranzo per pochi intimi a base di arancine: «Mi raccomando, non scrivere arancini, noi a Palermo le chiamiamo arancine». Tra i presenti l’inseparabile pierre Andrea Caravita, l’influencer Paolo Stella e il creativo Christian Pellizzari.

Scrivo all’amica Lucia Scajola e promettiamo di vederci in settimana per un bicchiere di vino. L’ultimo brindisi, prima del Dpcm di ottobre, l’ho fatto con lei. Sedute sugli sgabelli del Gerri, in via Perugino, ricordavamo la sua festa di laurea anni prima all’Ombra de Vin, in via San Marco, quando si erano presentati senza invito Fabrizio Corona e l’olimpionico di pallanuoto Maurizio Felugo. A pensarci adesso, che ovunque si entra contingentati, ho malinconia anche degli imbucati.

Freddy il bulldog Ebbasta

Zona gialla mon amour. Davanti a Palazzo Marino, l’assessore Pierfrancesco Maran si unisce a un corteo di ragazzi che protestano per ricordare i pescatori siciliani ostaggi in Libia da oltre cento giorni. Poco distante da lì, vista tetti di Milano, la pubblicitaria Paola Manfrin brinda a casa dell’imprenditrice Sandra Vezza mentre l’amico Filippo Cadeo invita un paio di ospiti a casa sua, sui Navigli, per provare il riso al salto che proporrà d’asporto nel suo ristorante El Pecà.

Nel frattempo la mia estetista mi segnala, in una via defilata del centro, il rapper Sfera Ebbasta con la fidanzata Angelina. Per la verità, mi confessa, li ha riconosciuti perché ha notato Freddy, il loro bulldog francese col manto arlecchino, che segue su Instagram e che vorrebbe anche lei. Anche Lorenza Luti, figlia del patron di Kartell Claudio, riceve qualche ospite a casa. Ma solo per vendere la collezione di borse Le grenier de Vivi, le ultime create dall’amica stilista Valentina Damato che ci ha lasciato a fine agosto. Sono bellissime ed è un buon modo per ricordarla.

Una tombola su zoom

Nel traffico per tornare a casa capisco che qualcosa non va, le strade sono bloccate. Mentre conquisto a fatica centimetri di strada davanti a Porta Venezia, sul cellulare si accende la app di offerte dei voli last minute Pirati in Viaggio: mi propone il tour virtuale di Manhattan in 22 minuti. La cancello senza pietà. Intanto penso alle polemiche che seguiranno domani. Faccio parte della categoria degli egoisti: tra andare in centro per i regali di Natale e andare al ristorante con gli amici, ho scelto il ristorante. Forse i moralizzatori mi metteranno in un girone infernale apposito.

Una volta a casa, il cellulare vibra. La pierre Alessia Rizzetto mi chiede se venerdì, alle otto di sera, mi va di partecipare a una tombola su Zoom. È organizzata dai ristoranti God save the Food dell’amica Margherita Gnutti insieme a Mc2 Saint Barth di Max Ferrari. Vorrei dirle che non lo so, che alle otto venerdì potrei essere in giro, che magari sarò un po’ brilla, seduta sul muretto di piazza Cesariano a bere un bicchiere d’asporto con amici che non vedo da tempo. Che insomma, magari chissà.

Mentre penso a come rispondere, in tv passano le immagini del caos di oggi e i ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini, Francesco Boccia e Luciana Lamorgese chiedono già più rigore. Addirittura, annuncia il Tg, Conte potrebbe preparare un nuovo Dpcm.

Mi sa di sì, per la tombola virtuale ci sarò.

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