Sbagliando si impara

Come possiamo tradurre la poetica degli errori

Illustrazione di Marilena Nardi
Illustrazione di Marilena Nardi

Ci sono scrittori e poeti che sbagliano di proposito e altri che lo fanno invece in maniera inconsapevole. Per tutti l’interrogativo è lo stesso: in che modo si può rendere lo stesso lapsus ma in una lingua diversa? La traduzione non è una sequenza di azioni meccaniche, ma richiede la capacità di mettersi in gioco

  • Il lettore non specialista potrà restare perplesso, eppure si tratta di una questione scottante in ambito letterario: come tradurre anagrammi, acrostici, pangrammi, lipogrammi e così via?
  • Altrimenti detto, se l’opera di partenza prevede dei particolari procedimenti creativi, come riuscire a trasporli anche nella traduzione? 
  • Nel suo lavoro precedente, Franco Nasi ha affrontato dei testi che si presentavano a prima vista intraducibili, ma che hanno poi trovato risposte inattese e sorprendenti nelle strategie adottate da vari professionisti. Massimo esempio di tali procedure fu il romanzo pubblicato da Georges Perec nel 1969, La disparition (in italiano La scomparsa).

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