Una domanda serpeggia da un po’ nel mondo degli scrittori, a denti stretti perché piena di timore: quand’è che torneremo agli eventi letterari dal vivo? Una volta tornati alle presentazioni reali, siamo sicuri che saremo quelli di prima?
Non sarà un po’ d’intralcio la nostra fisicità spesso stanca e frastornata? Per rispondere bisogna rintracciare il momento in cui, molto prima del covid, è stato possibile immaginare che il confronto umano potesse essere sostituito da uno stormo di pixel.
In questa nuova era che mischia infezione e informazione, l’adattamento è l’unica forma di reazione possibile.
Una domanda serpeggia da un po’ nel mondo degli scrittori, a denti stretti perché piena di timore: quand’è che torneremo agli eventi letterari dal vivo, alla dimensione carnosa e vitale in cui per presentare i propri libri bisognava vestirsi dalla testa ai piedi, prendere un treno, e non solo mollare la barretta di cioccolato e il telecomando e loggarsi a zoom? C’è chi rimpiange o si oppone strenuamente, e chi invece non riesce proprio a immaginare di re-immettersi in quel mondo in cui toccav



