- All’idea di diventare genitore mi spaventa assegnare un nome a una persona che ancora non conosco, perché significa orientare a lungo (in certi casi per sempre) la presunzione di chi la incontrerà.
- Prima dei social media e delle loro real name policies, l’internet era un luogo in cui ci si conosceva attraverso nomi inventati, a volte più reali di quelli anagrafici che sostituivano, un po’ come in Matrix. Scegliersi il nome può essere liberatorio, rivoluzionario.
- L’unico aspetto del Green pass su cui mi pare di potermi esprimere con fermezza è questo: il suo uso non dovrebbe costringere uomini e donne trans a esibire ad estranei documenti che riportano il loro deadname. Il nuovo trailer di Spider-Man aiuta a capire questo punto, ma ancora di più aiutano gli attivisti trans su Instagram, come Francesco Cicconetti ed Ethan Caspani.
Uno dei più grandi filologi delle Lettere medievali europee si chiamava d’Arco Silvio Avalle. Chiesi spiegazioni al professore di storia della lingua in Sapienza e mi rispose che sì, l’autore delle Concordanze della lingua poetica italiana delle origini, che stavamo usando al seminario per commentare i sonetti dugenteschi di Montandrea, di nome faceva proprio d’Arco. Con la D minuscola, perché i suoi genitori intendevano omaggiare Giovanna d’Arco e, non potendo legalmente chiamare “Giovanna” un



