- Un’opera che non ti aspetti, in cui l’estetica guida il film più delle parole, ma che poi, davanti alle volontà della protagonista – che in alcune occasioni si è chiusa in camera e non voleva collaborare – sembra soccombere.
- Quando per l’ennesima volta Ornella non è scesa dalla sua camera, ho sentito proprio un clic del mio cervello. Ho cambiato prospettiva. Sono diventata manipolatrice, in senso buono» dice Fuksas.
- La più grande soddisfazione? «Quando sono riuscita a non subire l’effetto Vanoni. Io il documentario lo volevo chiamare Effetto Vanoni, dal titolo Effetto Notte. Ornella ha una capacità quasi elettromagnetica, cambia tutto ciò che accade intorno a lei. È una magia, in pochi ce l’hanno».