A Procida ci son venuto con la valigia grossa.

Così grossa che l’addetto all’imbarco del traghetto mi ha dovuto far pagare tre euro di maggiorazione tipo Ryanair, per intenderci.

Non ho potuto che dargli ragione.

È davvero grossa.

È che non son capace di viaggiare leggero. Io quelli che partono leggeri li invidio. Quelli che partono per un lungo viaggio con lo zainetto in spalla che io mi chiedo sempre, ma come fate? Ma quante mutande vi portate? E i prodotti di bellezza? Non che io mi porti dietro molti prodotti di bellezza che sono abbastanza bello al naturale ma già solo lo spazzolino elettrico mi pesa mezzo chilo di spazzolino elettrico.

A Procida ci son arrivato con roba per due settimane anche se ci stiamo solo quattro giorni.

Mi son reso conto, nel tempo, che io parto sempre con roba per due settimane.

Se sto via quattro giorni, due settimane, se sto via nove giorni, due settimane, se sto via due settimane, è giusto.

Se sto via tre settimane no. Tre settimane cerco di non stare mai via che poi mi viene la nostalgia della mia casa e del mio gatto e della mia fidanzata anche se a Procida per fortuna è venuta anche lei.

Il gatto no perché soffre di mal di mare malgrado sia gatto isolano, sardo per la precisione, di Sassari.

Appena siamo sbarcati a Procida, una signora molto gentile e con gli occhi estremamente azzurri che si chiama Ada, mi ha chiesto se avevo un’idea di personaggio.

Io le ho chiesto: «Il prete?».

Lei quasi scusandosi ha risposto: «Ah, no, il prete l’ha già preso Vasco Brondi».

«Furbacchione di un Brondi che si è accaparrato il prete», ho pensato, «vedi questi musicisti indie che son sempre un passo avanti».

Poi Ada ci ha portati a un taxi che ci ha accompagnati in hotel che l’hotel non è che sia così lontano dal porto però io son venuto con una valigia davvero grossa è dunque è stata un’ottima idea.

In taxi abbiamo chiacchierato con il tassista che era abbastanza simpatico e io un pensiero ce l’ho fatto: «E se chiedessi al tassista di farmi da personaggio?».

Un tassista di una piccola isola. Non è male come idea. Pensa quante ne ha viste nella sua carriera di tassista.

Solo che poi il viaggio è durato davvero poco e forse è meglio così, che io coi tassisti ho un rapporto di amore-odio e finiva che gli facevo le domande polemiche che spesso mi viene da fare ai tassisti e non va bene.

Piero l’ho conosciuto a colazione nell’hotel dove dormiamo. L’hotel si chiama Casa sul mare ed è bellissimo. Lo gestiscono i suoi genitori e lui li aiuta.

Giocare in cielo

Ma prima volevo parlarvi dei gabbiani di Procida.

La prima notte sono stato svegliato dai gabbiani.

Forse non era notte ma alba.

Sembravano contenti, probabilmente festeggiavano il nuovo giorno.

Giocavano.

Ho cercato su Internet come si chiama il verso dei gabbiani: il verso dei gabbiani si chiama “stridio” o “garrito”.

I gabbiani questa mattina garrivano e stridevano, si dicevano cose che non capivo, sembravano felici.

Lo erano.

Anche a Torino ho visto i gabbiani, anche a Milano. Ci ho anche scritto una poesia sui gabbiani di Milano anche se io sono di Torino. Si intitola: Che cazzo ci fanno i gabbiani a Milano?

Non ho ancora trovato una risposta.

In realtà è una poesia che parla di amore e di solitudine.

E di gabbiani.

Un poeta che si rispetti prima o poi deve confrontarsi coi gabbiani.

Comunque i gabbiani di Milano e di Torino non sono felici.

Lo capisci dal fatto che sono silenziosissimi, anche al mattino. Non ridono, non scherzano, non giocano, non si prendono in giro come quelli di Procida.

Immagino che si siano smarriti e non riescano a trovare la strada per il mare.

Un personaggio

Piero l’ho conosciuto la mattina dopo i gabbiani, a colazione.
Piero è un ragazzo di 27 anni e quando gli ho chiesto se gli sarebbe piaciuto farmi da personaggio mi ha risposto: «Guarda che non c’è molto da dire su di me».

Si sbagliava.

Piero è nato a Procida ed ha avuto un’infanzia felice.

È una cosa che ci accomuna: anche io ho avuto un’infanzia felice. Io e Piero siamo d’accordo su un fatto: avere avuto un’infanzia felice lo dobbiamo alla nostra famiglia, ai nostri genitori.

In più lui è nato a Procida che quando sei un bambino o un gabbiano deve essere uno sballo.

Siamo d’accordo anche su un altro fatto io e Piero: quando parti da una posizione di vantaggio, quando parti dall’alto, quando sei felice da subito poi può essere difficile mantenere questo livello di felicità.

Piero ha una barca e gli piace pescare. Ha un maestro di pesca che si chiama “Sottiletta” e che è un pescatore bravissimo. Mi piace molto questa cosa dei soprannomi. Sottiletta.

Quando abiterò a Procida anche io mi guadagnerò un soprannome da pescatore o da marinaio o da contrabbandiere di sigarette.

«Se vuoi domani andiamo a pesca con Sottiletta», mi ha proposto Piero. «Solo che ti devi alzare alle 4 e non si sa quando si torna».

«Credo di non averci il fisico, Piero», gli ho risposto.

Piero ama il mare, e ama anche una ragazza di nome Francesca.
È una ragazza forte, solare e sorridente, dunque Piero è sulla buona strada.

Sigarette e barche

Rolf Wilms/picture-alliance/dpa/AP Images

Piero mi ha fatto conoscere Felice.

Felice è il proprietario di Mare Felice che è un bar a Corricella, il borgo dei pescatori.

Felice ha 83 anni e ha aperto il suo bar 40 anni fa.

Davanti al bar ci sono due barche-giardino, cioè delle barche in cui crescono le piante.

Felice ha smesso di fumare da otto anni e ci ha tenuto a raccontarmi che ha fatto tutto da solo, cioè non glie lo ha ordinato il medico.

Vorrei seguire il suo esempio e anticipare il medico.

Lunedì smetto di fumare.

Felice mi ha detto una frase in dialetto che dice: «Chi impara a fumà, impara a cercà» che riassume perfettamente il senso della dipendenza da nicotina.

Poi Piero mi ha invitato a pranzo dai suoi genitori.

Lì ho accettato perché ce l’ho il fisico.

Ci siamo andati in moto.

Io ho paura della moto ma sono stato coraggioso e Piero la porta bene.

La casa della famiglia di Piero è in alto e ha un panorama grandioso.

C’è da dire che Procida è piena di panorami grandiosi.

La mamma di Piero ha fatto le zucchine in carpione che è uno dei miei piatti preferiti.

Non poteva saperlo ed è stato uno di quei casi fortunati che ti mettono di buon umore.

Ho conosciuto anche Mandarino, che è un cane famoso a Procida perché si fa un sacco di giri in autonomia e tutti lo conoscono e lo riveriscono.

Non deve essere male fare il cane a Procida.

Il papà di Piero mi ha raccontato di quando ancora esisteva il contrabbando di sigarette, un fatto che ho visto solamente nei film.

Ai tempi poteva accadere che i contrabbandieri in fuga dalla polizia, buttassero dalle barche scatole e scatole e scatole di sigarette che poi i ragazzi andavano a ricuperare.

Erano sigarette buone, americane.

Piero ama il mare, ama una ragazza di nome Francesca e gli piace scrivere.

Non sa ancora bene cosa fare della sua vita ma è uno che sa ascoltare.

E anche se sembra non saperlo ha delle storie da raccontare.

Ha storie di marinai sulle petroliere e di pescatori astutissimi.

Conosce i nomi dei pesci e dei venti.

Ha storie di delfini e di maestri d’ascia dal passato avventuroso.

Di mari in tempesta.

E poi ha una storia d’amore che è un bell’inizio per cominciare.

Francesca abita sulla terra ferma, a Roma, Piero sull’isola.
È un amore logisticamente complesso, ma c’è di peggio.

Pensate a Ulisse e Penelope. Adamo ed Eva Giulietta e Romeo.

Piero mi ha raccontato che un giorno lui e Francesca si sono lasciati perché non è stato all’altezza di una situazione difficile però poi Francesca e Piero si sono riconquistati.

«Come hai fatto?», gli ho chiesto, «Come avete fatto?»

«Con la barca» mi ha detto Piero. «Sono andato da lei con la barca del pane e pomodoro ed è successo una specie di miracolo».

Ecco.
Io partirei da qui.


Il racconto Piero e i gabbiani, scritto da Guido Catalano in occasione della settima edizione di Procida racconta. Sei autori in cerca di personaggio, il festival letterario ideato e organizzato da Chiara Gamberale, direttrice artistica, e dalla casa editrice Nutrimenti. Progetto finanziato dalla Città Metropolitana di Napoli ed incluso nel cartellone degli Eventi Metropolitani. Con il contributo del Comune di Procida e Marina di Procida – Marinedi Group. Ospiti di questa edizione (7 – 11 Giugno 2023): Antonio Scurati, Viola Ardone, Vasco Brondi, Giulia Caminito, Daniele Mencarelli, Guido Catalano. Nutrimenti pubblicherà, come per ogni edizione, la raccolta di racconti.

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