Gabriele Bilancini, romano del Tuscolano, è diventato designer di fama mondiale a Milano. Dopo anni di lontananza dai luoghi dell’infanzia, e molte bugie per la vergogna delle umili origini, torna a casa per alcuni giorni dalla madre, dal padre meccanico di motorini, dalla sorella, dal primo amore, dagli amici frustrati. Una malinconica seduta di terapia di gruppo tra l’ufficiale Roma e la carismatica Milano
Hai vent’anni, venticinque: corri all’impazzata per diventare quello che sogni di essere. Ce la fai, talento o fortuna, le cose vanno proprio come desideravi. Poi hai trent’anni, quaranta: ti fermi, ti guardi indietro e fai i conti con ciò che ti sei lasciato alle spalle. La famiglia e gli amici, tutti i rapporti interrotti. I silenzi, l’incomprensione, il senso di colpa, l’invidia: le origini da cui senza ammetterlo sei fuggito, che tornano a chiedere conto dello strappo – necessario, eccessivo


