Tra gli scaffali: il senso della grande distribuzione organizzata per il cenone delle feste

Cibo è il nostro inserto mensile che racconta il mondo attraverso ciò che mangiamo. Esce l’ultimo sabato di ogni mese sulla app di Domani e in edicola. In ogni numero svisceriamo un tema diverso con articoli, approfondimenti e commenti: il tema del numero di questo mese è il fantasma del natale presente. Qui troverete man mano tutti gli altri articoli di questo numero. Invece, tutti gli altri articoli di Cibo, che è anche una newsletter gratuita. Ci si iscrive a questo link. Nei giorni che precedono la Vigilia i supermercati iniziano a cambiare passo. Non succede all'improvviso, ma per accumulo. Sugli scaffali compaiono sconti pensati per il cenone, le promozioni si fanno più insistenti, i carrelli si riempiono in modo diseguale. Non sono tanto panettone e pandoro a segnare l'inizio del conto alla rovescia natalizio, quanto questi sottili richiami gastronomici che insinuano una domanda semplice e insieme complessa: come passeremo le feste, e con chi. Il ticchettio parte da lì. Ricorda che bisogna iniziare a pensare alla spesa, ai regali, alla cena e al pranzo tra il 24, il 25 e il 26, a chi siederà intorno alla tavola. C'è chi è solo e chiama gli amici, chi costruisce nuove genealogie affettive dove a incontrarsi non sono più i parenti di un tempo ma presenze scelte. Qualunque sia la forma della tavola, la sostanza resta. L'esigenza di comprare, consumare, sostenere un rapporto sociale necessario in primis con noi stessi: quello con le festività. Il cambio di passo della grande distribuzione segue questo movimento. Il Christmas pudding tra sfruttamento e solidarietà A Natale si cambia l’organizzazione Non è ancora Natale, ma non è più tempo ordinario, quello in cui la spesa ha una cadenza settimanale. Qui entra in gioco una visione a più lungo termine. È in questo spazio intermedio che la Gdo racconta con maggiore precisione come stiamo vivendo dicembre. La Vigilia è diventata una giornata piena, che comincia presto e finisce tardi. Per dare un riferimento concreto, nel Natale 2024 Esselunga ha comunicato l'apertura del 24 dicembre dalle 7.30 alle 20. Un orario che, al di là delle differenze tra insegne e territori, restituisce bene la direzione presa dal settore, presidiare l'ultima curva del mese come se fosse un giorno normale, o quasi. Anche quando il 25 e il 26 molte catene selezionano la chiusura, il sistema resta comunque attivo attraverso i punti vendita di prossimità, il ritiro degli ordini, le consegne. Parlare di piccole cose con Nigel Slater: «Cucinare è condivisione, le mie ricette non sono segrete» Carrello variabile Una risposta a un tempo che non coincide più per tutti con la stessa pausa. Lo suggerisce anche la demografia. Secondo l'Istat, nel 2024 oltre una famiglia su tre è composta da una sola persona. In un paese così, la festa diventa inevitabilmente più variabile e il carrello tende a somigliare alle vite che lo spingono, con tutte le conseguenze alimentari, e non solo, che ne derivano. Nei centri di provincia e nei piccoli comuni, dove il ricongiungimento familiare resta un fatto concreto, le corsie delle materie prime mantengono un ruolo centrale. I dati NielsenIQ relativi all'andamento della Gdo nel 2024 e al mese di restituiscono un quadro di forte concentrazione della spesa nel periodo festivo, con un ricorso significativo alle promozioni e un comportamento d'acquisto meno uniforme rispetto al resto dell'anno. Natale tra tavole reali e inventate: quando il cenone serve al plot Le gastronomie diventano luoghi importanti È un'indicazione che non riguarda tanto cosa si compra, quanto il modo in cui si compra, con maggiore pressione, in tempi più ravvicinati, dentro un mese che concentra aspettative, urgentizze e decisioni non sempre pianificate. Le gastronomie diventano così uno dei punti più significativi del mese. Non perché sostituiscano la cucina domestica, ma perché la rendono possibile anche quando mancano tempo ed energie. Qui il cibo smette di essere progetto e diventa soluzione. Una festa che funziona, anche se non è perfetta. È un equilibrio sottile, che riguarda chi compra ma anche chi lavora. Eppure, nonostante la sua natura industriale, il supermercato resta uno dei pochi luoghi in cui durante le feste si produce ancora una forma minima di riconoscimento. Volti che tornano, clienti abituali, scambi rapidi che spezzano la solitudine. Osservare cosa resta aperto mentre il resto chiude è oggi uno dei modi più efficaci per leggere il Natale. Non come rito uniforme, ma come pratica quotidiana. Il cibo, in questo, è una lente sincera. Restituisce, tra scaffali e banconi, l'immagine di una festa meno compatta, più stratificata, ma profondamente aderente alla vita reale. [Missing Caption][Missing Credit]