Ci sono film imperdibili e altri che invece sono francamente evitabili, almeno dal nostro punto di vista. Siccome il periodo fra Natale e l’epifania è perfetto per andare al cinema, abbiamo preparato una guida con quello che si trova in questi giorni nelle sale. Se avete opinioni diverse, potete sempre scriverci.

Foglie al vento

Dopo sei anni di silenzio Aki Kaurismaki condensa negli 81 minuti di Foglie al Vento tutto il suo mondo di umanità marginale, lavori precari e ritagli di speranza: facce dei Tempi Moderni di oggi, con strepitosa citazione chapliniana finale. Ma c’è posto anche per i suoi altri due “padri” di cinema: Bresson e Ozu. E’ una love story che procede per contrattempi, come nel cinema degli anni ‘50, ha il sapore di Les feuilles mortes, la canzone di Kosma e Prévert titolo originale del film, e a Cannes ha vinto il Prix du Jury. Voto: 10 e lode.

Regia di Aki Kaurismäki

In sala dal 21/12

Colpo di fortuna

Ha fatto anche film bruttarelli, ma questo “Colpo di Fortuna”, il cinquantesimo di Woody Allen, è una vera prelibatezza. Sgradito in patria, a 87 anni trova solo produttori europei, e per la prima volta gira in francese. Con questa commedia gialla in punta di piedi ribalta le regole del gioco, in nome del Caso e degli eventi fortuiti, suo eterno pallino. Intelligente e cinico come certi romanzi di Simenon, ha una leggerezza che incanta e star gauloises all’altezza. Voto: 10.

Regia di Woody Allen 

In sala dal 6/12

Perfect Days

Hirayama pulisce i gabinetti pubblici di Tokyo, gioielli di design, ed è un uomo sereno. Con Perfect Days Wim Wenders ritrova Tokyo a quasi quarant’anni dal suo Tokyo-Ga, guidato da due fantasmi affettuosi: l’amico Lou Reed di Perfect Day e l’idolo di sempre, Yasujiro Ozu. Struggente road movie urbano, percorso dell’anima scandito dalla vecchia musica cara a Wenders (rigorosamente in cassette), candidato all’Oscar per il Giappone. Il nome Hirayama è un omaggio all’ ultimo film di Ozu. Voto: 9.

Regia di Wim Wenders

In sala dal 4/1

Il male non esiste

Il male non esiste è il film più lirico e radicale (non è un ossimoro) sull’equilibrio impossibile tra capitalismo e natura. Lo firma Hamaguchi Ryusuke, Oscar per Drive my Car. Per arraffare i contributi statali un’agenzia vuole aprire un glamping (camping+glamour) in un remoto paesino giapponese. Non ha previsto l’opposizione (argomentata e preveggente) degli abitanti, che non sono accecati dai soldi. Gran Premio della Giuria a Venezia, è un film di ri-educazione morale ed estetica. Voto: 9.

Regia di Hamaguchi Ryusuke

In sala dal 6/12

Santocielo

Per incidente, l’Annunciazione-bis riguarda una Madonna maschio, nemmeno vergine. Con Santocielo Ficarra e Picone usano la comicità per snocciolare provocazioni a raffica, più efficaci di tanti pistolotti seriosi, spaziando dalla genitorialità senza barriere di genere alla laicizzazione democratica del Paradiso. Giovanni Storti è un Dio esilarante e la gravidanza magari cambierebbe davvero il cervello dei maschilisti più ottusi. Valentino, biondo, è un angelo che non farà carriera. È bello ridere senza sentirsi grulli. Voto: 9.

Regia di Francesco Amato

In sala dal 14/12

Il maestro giardiniere

Il maestro giardiniere non è un capolavoro come Il collezionista di carte, ma è un altro frammento che Paul Schrader aggiunge al suo mosaico cinematografico di obliqui percorsi di caduta e redenzione. L’armonia è un obiettivo possibile, e le piante di un giardino possono diventarne strumento, anche col più opprimente passato di violenza alle spalle. La possidente Sigourney Weaver e il subalterno Joel Edgerton si misurano con un’America che fa ancora paura. Voto: 8.

Regia di Paul Schrader 

In sala dal 14/12

Tutti a parte mio marito

Tutto quello che volevate sapere sull’ansia da Tinder quando l’astinenza coniugale diventa opprimente è il sugo di Tutto a parte mio marito. La più elettrizzante attrice francese di oggi, Laure Calamy (Call my agent è stato il suo trampolino), è una dentista versatile anche sessualmente. Laure è una benedizione per qualsiasi commedia. Voto: 7.

Regia di Caroline Vignal

In sala dal 21/12

Il mondo dietro di te

Michelle e Barak Obama non firmano per caso come produttori esecutivi la metafora politica di “Il Mondo dietro di te”, che solo in apparenza appartiene al classico filone catastrofista. Julia Roberts, Ethan Hawke e Mahershala Ali sono testimoni e vittime di un’ America sul precipizio secondo una strategia programmata di destabilizzazione e finale colpo di Stato. Con le Presidenziali  2024 alle porte, l’allarme è più che legittimo, ma la regia piatta di Sam Esmail fa prevalere la noia sul pathos. Voto: 5.

Regia di Sam Esmail 

Su Netflix dall’8/12

Elf me

L’industria casereccia nostrana prova a scimmiottare i mainstream natalizi di Hollywood coinvolgendo un pugno di innocenti (Claudio Santamaria, Anna Foglietta, Giorgio Pasotti e Lillo) nel poco ironico Elf me. Tema: giocattoli all’antica contro i mercantili pupazzi alla moda, bulli e bullizzati. Si citano Jurassic Park ed E.T., ma per competere manca il budget per gli effetti speciali e, diciamolo, anche le idee. Il romanesco ostinato del baby-cast richiederebbe i sottotitoli. Voto:3.

Regia di YouNuts!

Su Prime Video

Wonka

Chi ama Roald Dahl eviti l’insopportabile Timothée Chalamet canterino di Wonka, musical soporifero che del magico cioccolataio già immortalato da Mel Stuart (1971) e da Tim Burton (2005) ha solo il nome. Per Dahl meglio bussare ai “corti’”di Wes Anderson su Netflix: rispettano la pagina scritta. Da Olivia Colman a Rowan Atkinson, il corredo di star reclutato da Paul King è superghiotto, ma l’unica sorpresa godibile è Hugh Grant, Umpa Lumpa lillipuziano con parrucca verde pisello. Voto: 2.

Regia di Paul King 

In sala dal 14/12

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