- Tutto risale al 2009, quando Internet fece scoprire i comedian anglosassoni a me e ai miei colleghi italiani.
- Per anni si sarebbero succeduti sterili, inutili e noiosissimi dibattiti sulla differenza tra questa esotica stand up e il cabaret made in Italy.
- Il mio sogno è di esibirmi al Comedy Cellar di New York. Potrà sembrare stupido, lo so, ma i sogni sono quelle luci per cui vale la pena svegliarsi la mattina.
Perché un comico italiano dovrebbe tradurre il suo materiale in inglese e partire all’estero per lavorare nei comedy club di Londra o New York? Me lo chiedo anche io da più di dieci anni e, viste le difficoltà sempre crescenti che ostacolano gli spostamenti tra un paese e l’altro, me lo chiedo sempre più spesso. Insomma, chi me lo fa fare? Tutto risale al 2009, quando Internet fece scoprire i comedian anglosassoni a me e ai miei colleghi italiani, di cui fino a quel momento ignoravamo le ges


