Quando un popolo migra da un continente all’altro, la sua lingua rimane cristallizzata nel tempo: nel luogo d’origine continua a evolvere, nel luogo d’arrivo si ferma, miracolosamente intatta attraverso le generazioni. Qualcosa di simile avviene con le tradizioni, coi memento: coi simboli e gli oggetti che si tramandano. Come i nomi. E gli orologi.

UN’EREDE INATTESA

Nella nostra famiglia, immigrata negli Stati Uniti più di cinquant’anni fa, per tradizione si era continuato a dare al primo maschio di ogni nucleo il nome del nonno. Questa catena, importata dall’Italia e rinsaldata in America, sembrava però destinata a spezzarsi con la mia generazione, giacché mio fratello non ha avuto figli maschi. E così è successo che mia figlia è diventata l’unica omonima di mio padre. E perciò, simbolicamente e materialmente, anche l’erede del suo orologio.

Quasi un ventennio fa, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, mio padre si era regalato un rolex presidential day date, tutto d’oro e con la ghiera impreziosita di diamanti. Sebbene l’avesse comprato negli Stati Uniti, aveva espressamente richiesto che la data sul quadrante si leggesse in italiano. Il percorso per arrivare ad acquisire un simile oggetto non era stato facile. Emigrato a diciassette anni, papà aveva trascorso un paio d’anni lavorando in varie fabbriche. Non trovando un buon lavoro fisso, si era lanciato nel mondo degli affari immobiliari gestendo, con l’aiuto di mia mamma, alcune proprietà. Il successo che hanno così trovato, dopo decenni di travagli, si è rivelato un vero e proprio american dream. L’orologio ne era, e ne è ancora oggi, un emblema.

Il tema simbolico del tempo è antico quanto le prime meridiane concepite dagli egizi. In Italia, sulle soglie del Rinascimento, quel topos è toccato anche nella Divina Commedia. Dante descrive il Purgatorio come il luogo «dove tempo per tempo si ristora»: il monte esiste nel tempo, come la Terra su cui si erge, e per recuperare il tempo sprecato nel mondo bisogna lì pagare con altro tempo. È una metafora intrigante, specialmente se si pensa al simbolismo odierno dell’orologio.

Nelle pubblicità di Patek Philippe, per esempio, si legge che il loro orologio non si può possedere: lo si può solo custodire per la generazione successiva. Quante idee si affollano in un simile slogan: i miei sforzi saranno la tua sicurezza, il mio successo sarà la tua libertà. Non è un po’ l’idea del tempo che ristora il tempo? Non è pure, in fondo, la sostanza perduta del sogno americano?

SIMBOLO DI BENESSERE E SUCCESSO

La storia del simbolismo dell’orologio da polso è lunga e complessa. E tuttavia si fonda su un punto: la marca, esibita o elegantemente sottile, rappresenta l’indice di un successo finanziario. Per un oggetto la cui vera fonte di valore rimane nascosta al retro, contro il polso, la marca rimane una delle più riconoscibili misure di qualità. E per questo l’orologio è diventato un efficace strumento di comunicazione: indica un certo livello di conoscenza e adesione a un gruppo di iniziati.

La storia di questa comunicazione oggettuale non si risolve esattamente nell’orologio in sé, ma piuttosto nel mondo intorno agli orologi più visibili: il mondo delle forze armate, del cinema, dello sport, e delle celebrità. Negli anni Trenta, Salvador Dalì ha cercato di complicare l’idea dell’orologio nei suoi quadri surreali mettendo in discussione l’idea del tempo stesso, la dicotomia tra passato e futuro. Con la popolarità della cultura e del cinema d’America, nel secondo dopoguerra, l’orologio è poi trasfigurato da metafora asessuata dell’onnipresenza del tempo a potente simbolo di mascolinità nell’immaginario collettivo.

È un simbolismo che esiste tuttora, e che si nota particolarmente alle aste di oggetti preziosi e significativi. Per esempio, nel 1968 l’attore americano Paul Newman ha ricevuto dalla moglie Joanne Woodward un rolex daytona con l’iscrizione “Drive carefully - Me” (Guida con prudenza – Firmato: me). All’epoca costava intorno ai 200 dollari, ma nel 2017 l’ex fidanzato della figlia Nell, a cui l’orologio era stato regalato dal padre, l’ha rivenduto all’asta incassando quasi 18 milioni (parte dei quali sono stati donati alla Nell Newman Foundation).

A causa dell’associazione con Paul Newman, e della sua fama di attore e uomo affascinante, quel rolex rimane uno dei più riconoscibili orologi nel mondo. Similmente, l’orologio di Steve McQueen ideato per il film Le Mans è diventato il correlativo oggettivo dell’avventura e di una virile mascolinità. McQueen voleva un orologio autentico, che potesse essere usato dagli autisti veri di Le Mans, e così hanno sviluppato per lui l’Heuer Monaco che, anni dopo, è stato venduto all’asta per oltre 2 milioni. Tra le dieci più esose vendite all’asta di orologi associate a una persona, quattro sono di celebrità americane. Di queste quattro, due sono di Paul Newman.

DAL CASSETTO MASCHILE ALLA MODA FEMMINILE

Portare un orologio da polso è diventato comune nella moda maschile dopo la Prima guerra mondiale. Dall’Ottocento al Novecento il mondo della moda maschile (ma direi della moda in generale) è cambiato drammaticamente.

La rivoluzione industriale e gli sviluppi nella produzione dei tessuti hanno consentito alle masse di vestirsi e di arredare le proprie case sempre più secondo tendenze fuggevoli. I tessuti stampati replicavano le fantasie di quelli fatti in seta e altri materiali preziosi, creando confusione laddove prima era tutto abbastanza chiaro, almeno rispetto alle diverse classi sociali. Col tempo, i vestiti hanno perso la capacità di indicare il livello sociale di chi li portava. E così l’orologio, prima quello da tasca e poi quello da polso, ha aumentato il proprio valore.

In realtà, l’orologio da polso era stato originariamente ideato per la moda femminile. Durante la guerra tuttavia non era saggio dedicare un’intera mano alla consultazione di ingombranti orologi da tasca, e così è diventato comune anche per i maschi portare il quadrante sul polso.

È interessante come la popolarità dell’orologio abbia oscillato dalla moda femminile a quella maschile e viceversa, specialmente considerando le tendenze odierne per cui le marche non indicano più se un orologio sia maschile o femminile, limitandosi a indicare la misura della cassa.

In genere, è anche importante notare che quasi tutte le casse degli orologi sono diventate più grandi negli ultimi anni. La cassa di 36mm, prima riservata all’orologio maschile, è diventata comune anche per le donne. Modelli ideati per lo sport, come il rolex submariner (uno dei più famosi orologi al mondo, ovunque copiato e contraffatto), adesso sono accettabili nella moda femminile persino in occasioni eleganti. E dall’altra parte è diventata molto comune la ghiera impreziosita negli orologi portati dagli uomini. Si pensi ai musicisti americani che sfoggiano orologi ricoperti di diamanti, ma anche più recentemente a Roger Federer, che ha portato un rolex perpetual oyster cosmograph daytona a Wimbledon, impreziosito con scintillanti zaffiri bruni.

Come in tanti aspetti della vita di oggi, non è più molto chiaro (ma neanche tanto rilevante!) quale fossero i protocolli, le origini rituali, le tradizioni di una volta.

ANCHE LE TRADIZIONI CAMBIANO

Il mondo degli orologi negli ultimi anni è esploso. Con Instagram e altri social, e le possibilità dell’internet in generale, una nuova generazione di collezionisti e appassionati hanno accesso al mercato di nuovi modelli, del vintage, delle collaborazioni, e così via. Con vari siti come Horbiter in Italia o Hodinkee negli Stati Uniti (che poi è ormai conosciuto in tutto il mondo), possono partecipare a un discorso al contempo antichissimo e in continua evoluzione.

E forse la cosa più importante di tutto ciò è che i collezionisti di oggi non devono essere necessariamente benestanti. Seguendo il discorso, imparando come vengono valutati gli orologi d’antan, è possibile permettersi un orologio vintage di buona marca come IWC o Heuer con poco più di mille euro. I modelli nuovi di Seiko, Tissot, Hamilton, e Swatch costano ancora meno. La creazione di cultura materiale resa possibile da internet ha avuto un ruolo fondamentale nei cambiamenti che si notano di questi tempi, non solo nelle tendenze di moda dell’orologio, ma soprattutto nella composizione di chi partecipa al mondo che gira intorno a quella moda, un tempo inaccessibile.

Un giorno mia figlia riceverà in eredità l’orologio di mio padre. Non è facile immaginare che valore avrà per lei l’orologio del nonno. Certamente, viste le evoluzioni del gusto, non c’è dubbio che lo metterà – e del resto per molti un orologio tanto impreziosito continuerà comunque a sembrare più femminile che maschile. Forse il valore, ora che lei è ancora piccola, è ancora tutto a beneficio di mio padre: io ti do in eredità il tempo che ho pagato per te. Tu, mia omonima, puoi stare tranquilla.

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