- Oggi, la questione più controversa per il femminismo è quella sollevata da Judith Butler: il “posto” delle donne trans nel movimento e la loro possibilità di definirsi, appunto, donne.
- Al centro, c’è la contesa sul significato del termine “genere” e in particolare della nozione di “identità di genere”, come si è visto nello scontro sul ddl Zan.
- Da una parte c’è il transfemminismo, che contesta il binarismo sessuale e mira a connettere le lotte femministe a quelle della galassia Lgbt, dall’altra il femminismo che si definisce “gender critical”, per il quale la categoria “donna” indica la femmina adulta della specie umana.
«Ain’t I a woman», non sono io una donna? Con queste parole, pronunciate nel 1851 alla Women’s Convention di Akron, Stati Uniti, l’ex schiava e attivista abolizionista Sojourner Truth denunciava i confini angusti della categoria di “donna” presa a riferimento dal movimento suffragista, mentre indicava la strada per ripensarla ed estenderla. In una recente intervista al Guardian, la filosofa Judith Butler afferma: «La categoria di donna può cambiare e cambia, e abbiamo bisogno che sia così. Po



