Nell’attesa di vedere gli effetti sulla classifica della vittoria del premio Strega 2023 andato postumo a Ada D’Adamo, con Come d’aria, pubblicato da Elliott, che sul traguardo supera Rosella Postorino, con Mi limitavo ad amare te, edito da Feltrinelli, ora tocca al giallo.

È il genere più amato dai lettori italiani e si prende la cima della classifica delle letture estive. Al primo posto c’è La banda dei carusi di Cristina Cassar Scalia. Nata a Noto, è un medico oftalmologo, che vive e lavora a Catania.

Cassar Scalia e Vanina Guarrasi

Sette romanzi, pubblicati tra il 2018 fino ad oggi, tutti da Einaudi, raccontano le indagini che hanno come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi. Con i colleghi bestselleristi Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni, Casser Scalia ha scritto anche il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020).

Non male per chi di lavoro fa il medico. Dopo una brillante carriera all’antimafia di Palermo, la sua Vanina si trasferisce a Catania, diventando vicequestore della Squadra Mobile. Un nuovo ambiente, nuovi colleghi ma sempre lo stesso intuito investigativo. Da questi libri, venduti anche all'estero, è in corso la realizzazione di una serie tv. Appena annunciata da Pier Silvio Berlusconi presentando i nuovi palinsesti Mediaset, andrà in onda su Canale 5. I protagonisti della fiction sono Giusy Buscemi e Giorgio Marchesi, due attori molto amati dal pubblico televisivo.

Da quando si è trasferita sotto l'Etna, al vicequestore Vanina Guarrasi non era mai successo di lasciarsi coinvolgere tanto da un caso. Ma ora il brutale omicidio su cui deve indagare è quasi un fatto personale. Per lei, per la sua squadra e per un gruppo di «carusi» che già in passato le è stato d'aiuto. In una mattina di aprile, alla Playa, l’unica spiaggia sabbiosa di Catania, viene scoperto il cadavere di Thomas Ruscica, qualcuno lo ha ucciso con un colpo di rastrello alla testa. Thomas era uno dei «carusi» di don Rosario Limoli, parroco di frontiera che opera nel difficile quartiere di San Cristoforo. Vanina lo conosceva: un ragazzo con una famiglia e un passato pesanti alle spalle, però determinato a rifarsi una vita e ad aiutare altri come lui. Criminalità organizzata o delitto passionale? Questo è il dilemma che da subito si trova davanti la polizia. «Una congrega sono, ‘sti carusi, – commentò il vicequestore Giustolisi.

Vanina dissentí. – Io direi più una banda -.

Con una capa femmina e spatti aspirante sbirra.»

Manzini e Rocco Schiavone

E sta  come sempre in cima alla classifica, questa volta al secondo posto dietro la oftalmologa siciliana, il romanzo del collega giallista Antonio Manzini, un altro, bravissimo, che non nasce scrittore, ma attore, faceva l’ispettore nella serie Linda e il brigadiere, regista e poi sceneggiatore. ELP, da Sellerio. All’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico di Roma è stato allievo di quell’Andrea Camilleri, maestro di tutti gli scrittori di gialli italiani, che ha inventato il commissario Montalbano. Lui, Manzini, ha inventato il vicequestore Rocco Schiavone, quello spigoloso, scorbutico, che si fa le canne e ha amici poco convenzionali. In dieci anni ha scritto 14 libri, tutti molto belli, vive in campagna, nel viterbese, con la moglie e due cani.

Simenon, il maestro

Per gli amanti del genere, Adelphi propone dal meraviglioso catalogo di Georges Simenon Delitto impunito, traduzione di Simona Mambrini, la storia di un uomo che morì due volte.
«Lo ucciderò». Non pensa ad altro Élie, da quando, nella pensione della signora Lange che è ormai diventata il suo rifugio e la sua tana, è arrivato Michel, ventidue anni, capelli scuri e lisci, gli occhi di un ne­ro profondo, la carnagione olivastra, Mi­chel è il rampollo di un’agiata famiglia ro­mena, ha la stanza migliore, viene nutrito e coccolato.

E lo farà – o al­meno crederà di averlo fatto. Ma, ventisei anni dopo, in un paesino minerario del­l’Arizona, se lo ritroverà davanti...

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