- Non c’è estate che possa ritenersi pienamente vissuta senza una scena del crimine non del tutto risolta. Ancora meglio sarebbe un caso di cronaca nera lontano nel tempo, di cui allora si fosse occupato un raffinato scrittore, poco incline ai fatti mondani.
- In tal senso c’è poco di meglio dell’omicidio di Vittoria Nicolotti raccontato da Guido Ceronetti: un mistero «nel terrain vague di un crimine erotico, chiodato di passione sadomasochistica, sfiorante il consenso della vittima».
- È la notte del 19 agosto 1930 quando da una palazzina signorile di un viale torinese di cui allora si diceva fosse “caro ai leggitori di giornali che non vogliono essere disturbati”, vengono urla di donna.
Non c’è estate che possa ritenersi pienamente vissuta senza un cold case, senza una scena del crimine non del tutto risolta. Ancora meglio sarebbe un caso di cronaca nera lontano nel tempo, accaduto tante estati fa, dimenticato da quasi tutti e, se proprio ci venisse data l’opportunità di scegliere, un caso di cronaca nera di cui allora si fosse occupato un raffinato scrittore, meglio se appartato e poco incline ai fatti mondani. In tal senso c’è poco di meglio dell’omicidio di Vittoria Nicol



