Neppure volendo l’uomo potrebbe fare a meno di una narrazione mitica, che si infila fra i pensieri consapevoli e i simboli pre-logici, dimensioni essenziali della coscienza
- Kelethmòs: incantesimo. Questo è da sempre il felice inganno del mito: sedurre le menti di chi ascolta, trasmettendo racconti ed emozioni. Il mito, infatti, è prelogico.
- Sono storie in cui il bene e il male si mescolano, ed emergono emozioni primarie che scuotono sin dal profondo: Achille è dominato dall’ira, Medea dalla gelosia, Elena dalla voluttà, Edipo dalla smisurata voglia di scoprire il proprio segreto.
- Molti ne furono sedotti. Scriveva Cesare Pavese: «Si sarebbe volentieri fatto a meno di tanta mitologia». Ma non si può, perché il mito (ancora parole sue) è un vivaio inesauribile di simboli.