Cultura

Il patto scellerato tra lo scrittore e il suo ghost writer

  • Uno scrittore troppo impegnato nella sua vita pubblica per trovare anche il tempo di scrivere ricorse a un ghost witer per continuare a pubblicare i suoi romanzi. 
  • Un giornalista d’assalto s’intrufolò nottetempo nell’angusto ufficio del ghost writer per fargli un’intervista agguato: «Lei è il vero e unico autore di tutti i best seller di un noto scrittore?»

  • Le stagioni letterarie si susseguirono con i loro riti sempre uguali e l’editor continuò a stare chino sul tavolino per più di dodici ore al giorno. Reggere da solo tutta la produzione dello scrittore era diventato più di un’occupazione redditizia: era un vizio stupido.

Uno scrittore grazie alle buone vendite del suo primo romanzo aveva cominciato a scrivere sui giornali (recensioni, elzeviri, reportage, interviste, pezzi di costume), fare presentazioni (soprattutto ai libri degli altri), girare per festival letterari e Saloni del libro, andare in radio, comparire perfino in tv, insegnare presso scuole di scrittura creativa, firmare petizioni per giuste e nobili cause, concorrere a premi prestigiosi e anche non prestigiosi (ma con assegno), siglare prefazioni,

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