La globalizzazione ha evidenziato l’emergere di problemi di approvvigionamento e sicurezza alimentare in relazione a situazioni nuove e complesse. La pandemia di Covid-19, l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina e, da ultimo, gli attacchi alle navi nel Canale di Suez hanno rappresentato e rappresentano un rischio per la filiera alimentare in tutto il mondo.

La resilienza e l’autosufficienza del sistema alimentare dell’Unione europea hanno finora fatto sì che non vi fossero problemi di disponibilità per i consumatori.

Ma per fare in modo che l’Ue sia in grado di affrontare i rischi futuri di interruzione delle catene di approvvigionamento globali, idonei a incidere sulla disponibilità di prodotti essenziali, la Commissione Ue ha elaborato un piano di emergenza, con la creazione di un meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi in materia di sicurezza alimentare (Efscm). Ciò anche in quanto «garantire la sicurezza degli approvvigionamenti» è un obiettivo stabilito dal Trattato sul funzionamento dell’Ue (art. 39).

Il piano di emergenza – come si spiega nella comunicazione della Commissione del 12 novembre 2021 - si fonda su una serie di principi.

Tra gli altri, l’approccio collaborativo tra tutte le parti pubbliche e private coinvolte nell’ambito delle filiere alimentari nell’Ue; il coordinamento orizzontale a livello politico e amministrativo; il monitoraggio degli squilibri di mercato; la comunicazione tempestiva, regolare e trasparente alle parti interessate e al pubblico per evitare che la crisi sia aggravata da informazioni inappropriate o mistificatorie e che vi possano essere reazioni spropositate.

Il meccanismo 

Per attuare questi principi, la Commissione ha istituito il citato meccanismo di preparazione e risposta alle crisi alimentari –  l’Efscm – che riunisce la Commissione stessa, gli Stati membri, organizzazioni di portatori di interessi che svolgono un ruolo nella catena di approvvigionamento alimentare, nonché alcuni Paesi terzi con catene di approvvigionamento alimentare altamente integrate con quelle dell’Ue.

Il meccanismo si avvale di un apposito gruppo di esperti, che hanno un mandato di cinque anni. La Commissione li convoca periodicamente per migliorare i livelli di preparazione, attraverso l’analisi del panorama dei rischi, delle vulnerabilità e delle questioni strutturali da affrontare, ciò anche sulla base di una dashboard, un “cruscotto”, contenente dati utili per monitorare e valutare l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare nell’Ue.

Gli esperti possono essere convocati anche in caso di eventi o rischi eccezionali che possano costituire una minaccia per le forniture di prodotti.

Il meccanismo aiuterà a identificare i primi segnali di crisi e a monitorare la situazione man mano che evolve. Ciò consentirà di identificare rapidamente le priorità di risposta e di fornire consulenza una adeguata ai decisori. Il gruppo di esperti si è riunito diverse volte sin dalla sua istituzione. Delle riunioni e dei documenti prodotti all’interno delle stesse si dà puntualmente conto sul sito della Commissione europea.

I vantaggi attesi

Per migliorare la preparazione a eventuali minacce, nell’ambito dell’Efscm vengono mappate le vulnerabilità e le dipendenze esistenti nelle filiere alimentari, anche attraverso prove di stress organizzate e coordinate dalla Commissione con il coinvolgimento attivo delle parti interessate. Siccome una delle principali difficoltà nelle situazioni di crisi è l’elevato grado di incertezza e la rapida evoluzione, si prevede che un migliore flusso di informazioni tra i diversi partecipanti all’Efscm sia garantito da una rete proattiva di corrispondenti delle autorità nazionali e delle organizzazioni del settore privato.

Su qualsiasi questione di interesse, comprese le possibili misure da mettere in campo in caso di crisi, l’Efscm coordina l’elaborazione di raccomandazioni, al fine di assistere la Commissione nella preparazione di iniziative politiche. L’Efscm ha adottato finora due raccomandazioni. La prima riguarda la comunicazione in caso di crisi, che dev’essere improntata alla trasparenza circa le misure per farvi fronte, alla regolarità negli aggiornamenti sull’evoluzione della crisi stessa, al contrasto della disinformazione. La seconda raccomandazione concerne la diversificazione delle fonti di approvvigionamento lungo l’intera catena alimentare, strumento necessario non solo per favorire la resilienza a stress, shock, eventi o rischi eccezionali, ma anche per contribuire a migliorare l’accesso al cibo.

La sfida per l’Ue – attraverso la cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nell’Efscm - è quella di continuare a garantire che i cittadini europei non si trovino a sostenere carenze di prodotti essenziali in periodi di crisi. Le minacce, sempre più incombenti, legate a salute pubblica, cambiamenti ambientali, condizioni climatiche estreme, disastri naturali, mutamenti geopolitici e molto altro dimostreranno se i presidi predisposti sono realmente solidi ed efficaci.

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