Cultura

Il tribunale morale del Grande fratello Vip ci consegna solo storie sanificate

(Foto: ML Antonelli / Agf)
(Foto: ML Antonelli / Agf)

Ciò-che-è-opportuno-dire socialmente prevale su ciò che gli individui vivono e dicono nella realtà, che dovrebbe essere il fondamento di ogni racconto. Nelle attrazioni fisiche che si accendono e spengono manca completamente la conclusione sessuale; c’è sempre qualche paletto esterno da rispettare. E su tutto, come al solito, la preoccupazione lessicale.

  • Fausto Leali eliminato per la parola “negro”. Paolo Brosio rimproverato per un toscanissimo “diobòno”, Patrizia De Blanck costretta scusarsi per aver usato la parola “frocio”. Sono solo alcuni delle cose accadute durante l’edizione del Grande Fratello vip.
  • Ma la difesa della morale è più formale che sostanziale. Senza contare che i poveretti rinchiusi nella Casa sono vittime di un paradosso logico, “vi ordino di essere spontanei”.
  • Forse il peccato maggiore commesso dal GF Vip non è quello di far ascoltare qualche involontaria bestemmia o qualche performance volgare di linguaggio: è piuttosto quello di mostrare individui che barattano la loro intimità con un boccone di visibilità.

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