Nuovo cambio della guardia in vetta. Vi riguarda soltanto se il vostro problema è un viaggio dentro voi stessi per trovare la serenità. Bel problema e vasto programma.  Profondo come il mare, leggero come il cielo, qualunque cosa voglia dire, di Gianluca Gotto, da Mondadori, primo in classifica. Il neoliberismo vi ha stufato? La decrescita non è poi così felice? Allora Gotto vi insegna come si fa ad andarsene per trovare sé stessi. Non nel lavoro. E nemmeno nell’amore. Ma nel cielo. «Tu non sei le nuvole, che vanno e vengono e sono sempre in movimento. Tu sei il cielo. E il cielo è leggero proprio perché non trattiene niente. Il cielo è saggio. Sa lasciare andare ciò che lo attraversa. Se vuoi essere sereno come un buddha, non essere una nuvola. Sii il cielo.»

E se non basta, da Einaudi Stile libero esce ora il nuovo libro di poesie di Franco Arminio, Sacro minore che, scommetto, presto troveremo in classifica. Il sacro quotidiano, minuscolo, persino minimo. Il sacro dei nostri corpi che si incrociano, e si incastrano, e si allontanano, quaggiù sulla terra. Tipo: «Sacro era mio padre | che non amava andarsene a dormire, | gli era caro il sonno sul tavolino», scrive Franco Arminio. «Sacri i negozi | che vendevano | le stoffe, gli ombrelli e la varechina. | C’era un sole preciso | alle undici del mattino», e ancora: «Sacro è che non sei morto stamattina». Veniamo al romanzo. Perché al secondo posto sta La vita intima di Niccolò Ammaniti. Da Einaudi Stile libero, in corsa ormai verso le centomila. Romanzo divisivo: amato, meraviglioso. finalmente è tornato Ammaniti, e bistrattato, una merda, Ammaniti non è più come prima. Per me romanzo molto divertente del massimo narratore di storie fine a se stesse della nostra letteratura. (I messaggi lasciateli in segreteria.)  Romanzi appunto: trame dentro cui si muovono personaggi. Dentro una scrittura piena di guizzi e di ironia. «Creare personaggi credibili e metterli dentro storie incredibili» dice Ammaniti a Michela Murgia durante una diretta Instagram sul libro.

E poi ancora al settimo posto La bella confusione di Francesco Piccolo, ancora Einaudi. Un romanzo dentro al cuore del cinema italiano. Ne ha scritto a lungo Teresa Marchesi su Domani. Siamo nel 1963, si girano contemporaneamente Otto e mezzo e Il Gattopardo, due film epocali, due registi che si detestano, Fellini vs Visconti. Due visioni del mondo. In mezzo Claudia Cardinale, meravigliosa, che corre da un set all’altro. E l’immaginario, la storia, la politica come brodo di coltura della nascita di uno scrittore e di una vocazione. La romanzerìa italiana è in ottima forma. Soprattutto grazie all’eccellente La ricreazione è finita di Dario Ferrari per Sellerio.A dispetto di chi storce sempre il naso. E anche la saggistica ripropone un grande autore. Al nono posto il fisico Carlo Rovelli. I buchi bianchi. Dentro l’orizzonte. Da Adelphi. «Non lo so se l’idea che i buchi neri finiscano la loro lunga vita trasformandosi in buchi bianchi sia giusta. È il fenomeno che ho studiato in questi ultimi anni. Coinvolge la natura quantistica del tempo e dello spazio, la coesistenza di prospettive diverse, e la ragione della differenza fra passato e futuro. Esplorare questa idea è un’avventura ancora in corso. Ve la racconto come in un bollettino dal fronte. Cosa sono esattamente i buchi neri, che pullulano nell’universo. Cosa sono i buchi bianchi, i loro elusivi fratelli minori. E le domande che mi inseguono da sempre: come facciamo a capire quello che non abbiamo mai visto? Perché vogliamo sempre andare a vedere un po’ più in là...?»

© Riproduzione riservata