la risposta a luca ricolfi

La crociata contro il politicamente corretto è la difesa di vecchie gerarchie

  • Per “secoli e secoli” élite e popolo hanno continuato a usare senza offendersi parole che oggi offendono, ha scritto Luca Ricolfi su Repubblica qualche giorno fa
  • Chiamare “cafone” un poveraccio o, negli anni dell’emigrazione interna, chiamare “terroni” gli italiani meridionali non offendeva nessuno, sembra di capire leggendo Ricolfi.
  • Non si può né si dovrebbe mai nell’era dei diritti concentrarsi sull’assistenza lasciando stare i diritti civili e, quindi, il disagio delle minoranze o di chi è solo maggioranza numerica. Il politicamente corretto nasce da questa idea giusta. 

Per “secoli e secoli” élite e popolo hanno continuato a usare senza offendersi parole che oggi offendono, ha scritto Luca Ricolfi su Repubblica qualche giorno fa. E quella continuità di uso libero e non ipocrita (autentico!) della lingua ha cementato l’unità tra «la sensibilità dei ceti istruiti, urbanizzati, e tendenzialmente benestanti, e la massa dei comuni cittadini». Chiamare “cafone” un poveraccio o, negli anni dell’emigrazione interna, chiamare “terroni” gli italiani meridionali non of

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