Non fu solo l’assassinio di un leader politico, evento già di per sé di portata storica; fu la rottura del patto sociale a fondamento dello Stato. La Dichiarazione d’indipendenza del 1948 aveva, bene o male, trovato un equilibrio fra principi universali e identità particolare condiviso dalle diverse componenti della cultura ebraica. L’attentato del 1995 segna la fine di quel percorso storico.
La storia, si suol dire, è scritta dalla parte dei vincitori. Tuttavia nel caso del popolo ebraico, fin dall’epoca biblica, l’affermazione va, in un certo senso, ridefinita. Sorge infatti la questione se non si consegua lo statuto di «vincitori» pure in virtù del fatto stesso di saper raccontare la propria storia. Per farlo, occorre una precondizione: continuare collettivamente a esistere di generazione in generazione. È indubbio che il popolo ebraico abbia influenzato la cultura mondiale assai



