Cultura

La lezione di Emilio Isgrò sulla “cancellatura” del Natale

Emilio Isgrò ha realizzato le prime cancellature nel 1964, quando era responsabile delle pagine culturali del Gazzettino. ILLUSTRAZIONE DI DARIO CAMPAGNA
Emilio Isgrò ha realizzato le prime cancellature nel 1964, quando era responsabile delle pagine culturali del Gazzettino. ILLUSTRAZIONE DI DARIO CAMPAGNA

L’artista non spiega l’intuizione di cancellare le parole, ma offre indizi per afferrare il senso di un’opera molto attuale. Dell’incerto testo del presente rimangono frammenti decontestualizzati di quella che ci siamo abituati a chiamare «vita»

  • Emilio stava inventando un nuovo linguaggio, anche grafico, e la tipografia del Gazzettino somigliava alle fornaci di Murano dove le idee prendono corpo fisico e, diventando visibili, partecipano alla vita. 
  • La pandemia tende a cancellare le pagine dei quotidiani, a una a una. Relega le altre notizie in secondo piano. Giorno dopo giorno le ha tirate giù dalle schermate d’ingresso dei siti, le ha rimpicciolite sulle prime pagine cartacee. Ha cancellato le cose.

  • Bisogna fare di tutto per evitare di cancellare il Natale? Ma che cos’è il Natale? Che cosa significa questa parola, nella società italiana, oggi? 

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