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La lingua universale del nostro bere comune

Foto Pixabay
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  • La maggioranza di noi ha salutato con gioia la riapertura di bar, osterie, taverne, pub.  Ci sono delle differenze, talvolta microscopiche talaltra sfuggente tra i diversi termini.
  • A Salisbury, North Carolina, un villaggio che nel 1755 contava sette o otto case, quattro di queste erano saloon. Nell’Inghilterra preindustriale le taverne erano i luoghi pubblici più diffusi.
  • Come gli immigrati nell’America settentrionale, come i trentini del XVIII secolo, ai nostri locali oggi chiediamo qualcosa di più del vino e del companatico: nessuna rissa, nessuna cospirazione, magari un pettegolezzo, una partita sul maxischermo e nuovi incontri, ancora meglio se nel verde di un giardino, senza mascherina.

La maggioranza di noi ha salutato con gioia la riapertura di bar, osterie, taverne, pub. Ci sono delle differenze, talvolta microscopiche talaltra sfuggente tra i diversi termini, ma proviamo qui a usare e con allegra libertà tutto quanto abbiamo a disposizione per definire i luoghi del bere e talvolta del mangiare. Del resto, non saremmo certo i primi a godere di tanta abbondanza linguistica. Vocabolari Quando gli inglesi importarono nell’America settentrionale le abitudini alcoliche, hann

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