Arte o gioco?

La moda non è superficiale, ma profonda come la filosofia

I libri di Fink e di Coccia e Michele guardano a questo fenomeno dalla poco esplorata prospettiva filosofica. Entrambi partono da un contatto stretto con gli addetti ai lavori, ma elaborano visioni molto diverse

Quest’anno, in filosofia, va di moda la moda. Ha cominciato Einaudi, traducendo un saggio di Eugen Fink, Moda. Un gioco seduttivo, e poi è arrivato un grosso libro di Emanuele Coccia e Alessandro Michele per HarperCollins, La vita delle forme. Naturalmente, qualcuno ha subito storto il naso. Se di moda si occupa il sociologo, il semiotico, il designer, nessuno trova niente da ridire. Ma se lo fa il filosofo, c’è sempre pronta l’obiezione che quest’ultimo dovrebbe occuparsi d’altro, intendendo ch

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