Il 6 gennaio 2021 è stato il giorno in cui dei cittadini americani hanno preso d’assalto le fondamenta della democrazia in America, un coltello che ha fatto a pezzi il cuore di altri cittadini. Come continuare a pensare all’America come a un luogo di speranza? L’assalto ha interrotto i rituali fondamentali della civiltà e l’esercizio delle elezioni democratiche. Quel giorno ha offuscato la santità di una tradizione preziosa; ha letteralmente infangato le Camere del Campidoglio.

Il diritto e il rito di una transizione pacifica del potere ogni quattro anni ispirano molti a vedere l’America come un faro di speranza per la democrazia. Ci riversiamo qui da ogni angolo del mondo in cerca della libertà, di opportunità e di giustizia. E quando prestiamo il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti d’America, molti di noi piangono per la gioia e per un dolore silenzioso per i tanti luoghi in cui questo diritto viene negato. Noi immigrati degli Stati Uniti dedichiamo il nostro lavoro, con profondo orgoglio e gioia, a coltivare questa straordinaria tradizione di civiltà, compreso il diritto alla giustizia e al dissenso. L’amore e la gratitudine per questa nazione sono nel profondo dei suoi figli adottivi.

Con orrore il 26 maggio del 2020, quando la nazione e il mondo, sbigottiti, hanno assistito all’omicidio pubblico di George Floyd da parte “della legge”, e lo scorso mercoledì, il giorno dell’Epifania, al tentato omicidio della democrazia - perché il presidente Trump ha incitato una folla all’attacco - tutti gli americani sono diventati vittime di un potere abusivo. La ferita è profonda. L’assalto era reale. L’ignoranza, il razzismo e la misoginia si stavano manifestando in pieno mentre qualcuno moriva, insieme alla nostra fiducia collettiva in questo paese. La democrazia era stata presa in ostaggio proprio in quelle stanze da cui ci aspettavamo che ci liberasse.

Come cubano-americana non potevo credere ai miei occhi mentre guardavo la televisione. Come artista riflettevo su come la costante negazione dei fatti e della verità si fosse perpetrata negli ultimi quattro anni. Qual è stato il punto di rottura tra la decenza e il delirio? Abbiamo assistito all’erosione della responsabilità, lo scambio dei fatti per la finzione. Immaginando di aver già toccato il fondo, le scene del Campidoglio ci hanno trascinato ancora più in basso. Non è stato un comportamento “speciale” o una manifestazione di amore per il paese. C’è poco da amare nella profanazione del Campidoglio, violato alla maniera dei guerrieri medievali, niente da amare sui nostri politici eletti che strisciano sul pavimento del Senato. C’è solo orrore e disonore, vergogna per tutti i responsabili di un simile stato delle cose.

Uno spazio per sognare

Gli artisti lavorano con i materiali che le circostanze gli offrono. Testimoniano e inscrivono gli eventi che segnano il tempo e danno uno spazio per sognare insieme. Le arti offrono antidoti alla brutalità di tempi difficili. Mi piacerebbe dire che quello che è successo il 26 maggio 2020 e il 6 gennaio 2021 non rappresenta la vera America. Ma come attenta osservatrice del mio tempo e con l’occhio nudo che le arti permettono, non posso ignorare l’orrore. Sono terrorizzata nel guardare la profondità dell’oscurità in cui l’America è caduta, nuda e misera, esposta al mondo.

Questo è un tempo in cui appellarsi ai cuori e alle menti dei concittadini e per iniziare una vera opera di guarigione; è un lavoro duro, che va oltre la formalità di un discorso giusto. La guarigione richiede energia pulita e rinnovabile. Non sarà facile ritenere gli autori responsabili dell’immoralità del 26/5/20 e del 6/1/21. Ma l’amore e la fatica autentici hanno una possibilità. Questo supera le capacità di Trump. Ama forse le persone che ha aizzato al Campidoglio? Li ha abbandonati e ha guardato la loro furia dalla finestra. Ha abusato di loro e ha insultato tutti noi per la sua stessa vanagloria. Ora è il momento di invocare le forze ancestrali degli abitanti originari di questa terra, insieme agli spiriti degli antenati africani schiavi, per insegnarci il vero amore, in umiltà e verità.

Mentre c’è ancora tempo per recuperare la repubblica, ridedichiamo le energie dell’arte e della cittadinanza per portare avanti l’esperimento democratico. Ciò significherà riflettere sul motivo per cui la democrazia, fino ad ora, non è riuscita a garantire la pace e l’uguaglianza. Questo paese è una trapunta fatta di una moltitudine di persone con strati di ricchezza in ogni individualità, un arazzo collettivo che dovrebbe proteggerci tutti da abusi inclementi. Ripariamo la trama indebolita finché possiamo. Prendiamo il 6 gennaio come un campanello d’allarme per riparare il danno delle bugie e dell’ingiustizia. Siamo un paese guardato, seguito, termine di parragone in tutto il mondo. Il successo americano ha ispirato altri, le malattie americane si diffondono come il fuoco a un ritmo ancora più veloce. Fare la democrazia è un’arte, una politica di trapuntatura. La creatività in generale è un percorso verso la giustizia, e la democrazia è un risultato elegante. A tutte le mie sorelle nel mondo: raccogliamo la nostra forza condivisa per progettare il futuro che vogliamo per le generazioni a venire. Ricucire è un lavoro femminile, un’arte che si svolge nei circoli della socialità. La democrazia dipende da noi.

 

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