L’involucro di carta velina contiene un paio di slip di raso. Lavinia li prova di fronte allo specchio, dopo essersi assicurata di aver chiuso la porta della sua camera. Qualche giorno prima, aprendo il cassetto della biancheria – organizzato in modo tale da avere un primo strato composto dalla lingerie che usa per lavorare e un secondo da mutandine di cotone dai colori pastello – aveva scoperto un groviglio di lacci, pon pon, stringhe, nastri lucidi: segno inequivocabile che la madre era andata frugare tra le sue cose. Non ne avevano parlato, ma da quel momento le pareva che l’aria sospettosa con la quale Veronica si aggirava per casa si fosse, se possibile, aggravata. Dio, quanto odiava sua madre.

Quell’aria sottomessa e servile con la quale ricattava untuosamente chiunque le capitasse a tiro. Il labbro inferiore un po’ sporgente, come se fosse sempre sull’orlo del pianto; lo sguardo, all’apparenza puntato al pavimento, che di soppiatto prendeva nota di ogni dettaglio. Lavinia aveva iniziato a rendersi conto del tipo di essere umano rappresentato da sua madre quando le era spuntato il seno.

Prima, Veronica le appariva per lo più come una figura nebulosa che imperversava per la casa dal pomeriggio alle prime ore del mattino, perennemente insonne, tanto che Lavinia da piccola, dopo aver visto Per piacere non mordermi sul collo alla televisione, si era convinta che Veronica fosse un vampiro. Magari! Sarebbe stata più interessante di quella misera parodia di madre che si era rivelata con il tempo. Se fosse stata davvero un vampiro, Lavinia avrebbe avuto le sue buone ragioni per odiarla, per ucciderla addirittura.

E invece Veronica non le dava alcuna soddisfazione, neanche durante i litigi: parlava a voce bassa, di modo che l’interlocutore dovesse sforzarsi per ascoltare cosa stava dicendo e fosse costretto a modulare la propria rabbia, che si faceva ringhio e infine tacita frustrazione. Lavinia aveva cominciato a sviluppare quando era alle medie.

Sviluppare cosa? Quel verbo all’infinito senza complemento oggetto non aveva senso per lei, eppure gli adulti guardandola dicevano: “Sta sviluppando”. Non le si rivolgevano direttamente, se lo comunicavano tra di loro con lunghe occhiate eloquenti. Lavinia al tempo aveva paura che quel verbo implicasse che la sua identità sarebbe stata sostituita di lì a poco da un organismo estraneo, annidato dentro di lei fin dalla nascita, pronto a emergere per renderla identica alla madre. Così aveva trascorso i primi anni di quella pubertà indesiderata tentando di riavvolgere il nastro del tempo. Si schiacciava il seno con delle fasce elastiche, teneva i capelli cortissimi. Poi un giorno Veronica le aveva comprato due reggiseni imbottiti e sgargianti, cui aveva accorciato le bretelle per far sì che le tette della figlia risultassero ancora più incontenibili e, dopo averla esortata a provarli davanti a lei, le aveva rivolto un sorriso sprezzante e trionfale al tempo stesso. Crescendo, i sospetti infantili di Lavinia si erano via via rafforzati.

E oggi, quando a volte ricorda sé stessa al mare, con il petto piatto da bambina, sente un sapore amaro in gola. Ci ha pensato molte volte, dopo la violenza e la diffusione delle foto che la testimoniano. La bambina al mare è stata sostituita, al suo posto c’è una maschera di cartapesta che suscita negli altri desideri che lei non riflette. Si pizzica l’orlo delle mutande.

Gli slip le stanno bene, almeno secondo i criteri introiettati sforzandosi di capire cosa significhi stare bene, guardando al proprio corpo come una sarta osserva il corpo di un’estranea di cui deve prendere le misure.

Si lascia cadere sul letto e inizia a filmarsi. Lo sguardo del telefono perlustra le cosce, indugia sui fianchi, gocciola sul raso traslucido. Riguarda il video un paio di volte, accede al suo account OnlyFans e lo carica. Resta in attesa dei commenti dei suoi fan che, per qualche istante, le danno la disgustosa sensazione di essere incarnata. Sospira, apre l’app di Instagram e segnala anche ai milioni di follower che la seguono lì il link del video su OnlyFans. Chiude gli occhi: presto sarà abbastanza ricca per svanire nel nulla.

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