- Per tutto il tempo in cui ho letto Knausgård gli altri romanzi non hanno avuto speranze: sembravano finti e artefatti come mai mi erano sembrati prima di allora.
- Knausgård sostiene esplicitamente un’idea della letteratura come arte che distorce il mondo per permetterci di vederlo meglio. Quello che lo scrittore prova a evocare è il sublime.
- Ma più dell’alternanza fra compressione ed espansione e della ricerca del sublime, è forse il tentativo di delineare una continuità della coscienza umana dentro il flusso multiforme dei ricordi a emergere come il vero scopo ultimo di tutta l’opera di Knausgård. Cosa siamo se non una intima e segreta sequenza d’immagini, emozioni e scelte?
Il Café Opera è un bar poco lontano dal Teatro Nazionale e dalla statua di Henrik Ibsen nel centro di Bergen, in Norvegia. Tavolini alla buona con uno stile déco appena accennato, avventori in pantaloncini corti e calzini bianchi, pochi metri quadrati in tutto. Nelle pagine di La pioggia deve cadere di Karl Ove Knausgård (il quinto volume della serie Mi Kamp, in italiano “La mia lotta”) questo modesto locale è luogo quasi mitico, il crocevia delle tensioni emotive e delle riflessioni intellettu



