Mandare i calciatori giovani italiani all’estero. È questa una delle soluzioni che secondo l’allenatore della nazionale, Luciano Spalletti, potrebbe far emergere giovani talenti da sfruttare nella squadra azzurra. «Vedo il campionato italiano imbottito di giovani che provengono dall’estero. Noi qui preferiamo far crescere i talenti con la primavera ma dopo ci sono due possibilità: andare in panchina in Serie A o giocare in categorie minori. C’è un periodo dove termina la crescita. Pochissimi vedo andare all’estero», ha detto Spalletti intervenendo all’evento l’Europa di Domani moderato dal vicedirettore di Domani Angelo Carotenuto.

«All’estero hai la tua stanzina, non hai la playstation per giocare, devi imparare una lingua, confrontarti con una cultura diversa, pensare all’allenamento del giorno dopo e portare a casa il risultato», aggiunge. Ma questo per i giovani italiani non è così facile, anche per via di procuratori che hanno un tenore poco internazionale secondo Spalletti. «C’è qualcuno che ha intrapreso questa strada ma sono pochissimi che seguono le orme dei ragazzi stranieri che vengono qui in Italia. Il Frosinone per esempio ha imbottito la squadra di giocatori stranieri», ha detto Spalletti.

Sul tema sono intervenuti anche anche Monica Cresta (ct della nazionale pallavolo giovanili) e Sandro Campagna (ct della nazionale pallanuoto). Secondo Cresta bisogna andare sul territorio e parlare con le società locali, non basta proteggere i ragazzi: «La missione di noi allenatori delle giovanili è quella di far arrivare più giocatori italiani possibili nei campionati di massima serie. La nazionale è sempre per pochi. I posti non sono così tanti. Noi che giriamo tanto sul territorio cerchiamo di dare le opportunità a tutti anche per fargli sentire la responsabilità della maglia che indossano. Dobbiamo fargli capire che fare un’olimpiade è un obiettivo e provarci fino alla fine».

L’esperienza della pallanuoto può essere un esempio da seguire. Sandro Campagna, allenatore due volte campione del mondo della nazionale, ha raccontato come ha lavorato negli ultimi anni. «Si diceva che non c’erano giovani, non c’era formazione, non c’è spazio per l’agonismo, l’acqua calda costa, non ci sono le piscine. Sono intervenuto su due fronti. A livello giovanile abbiamo circa 20mila ragazzi e mi sono detto che se tra questi non riesco a tirare fuori 7-8 giocatori la colpa è mia. Ho deciso quindi di creare un sistema: radunare il più possibile allenatori, parlare con i giocatori per dargli stimoli e input. L’altro intervento è stato quello di farli giocare di più. Abbiamo fatto un gentleman agreement con le istituzioni competenti per far giocare quattro italiani in acqua su sette in ogni partita. Questo ha prodotto un circuito positivo di entusiasmo che nel giro di qualche mese dall’undicesimo posto siamo arrivati secondi agli europei e poi abbiamo vinto i mondiali. E da lì non siamo mai scesi dal quarto posto se non in qualche occasione».

Come tutelare i giovani?

«Ci sono tanti problemi personali, dai voti scolastici alle relazioni sentimentali e poi la questione della sessualità», dice Monica Cresta. Bisogna quindi saperli ascoltare e capire cosa c’è che non va a livello mentale. «Il consiglio che posso dare è quello di iniziare ad aiutarli questi ragazzi. Giulia purtroppo è mancata per una problematica legata al suo periodo adolescenziale e il motivo lo sa solo lei. Ma non bisogna arrivare a un livello del genere. E ora ci penso su due volte su come tratto un ragazzo», ha aggiunto Cresta riferendosi al suicidio della pallavolista Julia Itume in Turchia.

«Nel mio staff uso una psicologa perché con lei riescono ad aprirsi meglio che con me. Il feedback che lei mi da è importante. Bisogna educare ai ragazzi facendogli capire che il successo arriva attraverso il sacrificio e le rinunce», dice Campagna. «Dobbiamo formare i ragazzi a livello completo, quindi oltre all’allenamento di 6-7 ore si affianca altre 3-4 ore di studio».

Anche per l’allenatore Spalletti «bisogna aiutarli a fargli capire chi sono» cercando anche di tutelarli durante i ritiri di calcio con meno distrazioni possibili.

La qualificazione dell’Italia

Il mister della nazionale è intervenuto sull’ultima partita pareggiata dall’Italia con l’Ucraina 0-0 e che ha portato alla nazionale la qualificazione agli Europei del 2024. «Ci sono sempre modi per andare a commentare una partita. In questo caso qui ce n’erano due: uno quello di commentarla per quello che è stato il comportamento dei calciatori oppure quello di valutare un singolo episodio», ha detto Spalletti.

«Non c’è stato il riconoscimento del comportamento, della voglia e della determinazione che è stata evidente. I ragazzi hanno fatto quello che gli è stato chiesto. Invece ora ci siamo qualificati per quell’unico episodio e… non va bene. Mi trova contro».

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