- È noto, ormai da anni, che distinguere la cultura alta da quella bassa, creata dai media popolari, è diventato difficile, perché viviamo in un mondo dove le gerarchie sono crollate, e non solo nella cultura.
- Al centro del nuovo libro di David Bolter, Plenitudine digitale. Il declino della cultura d’élite e lo scenario contemporaneo dei media (Minimum fax, 2020) c’è la necessità di capire come siamo arrivati qui.
- Secondo Bolter siamo passati da un mondo nel quale la cultura era un sistema dotato di un centro, le élite, a un mondo privo di centro e di gerarchia, organizzato attorno a una molteplicità di punti luminosi.
Che forma ha la cultura nella quale viviamo? È noto, ormai da anni, che distinguere la cultura alta da quella bassa, creata dai media popolari, è diventato difficile. Non è possibile, per esempio, affermare che la musica classica è superiore al rap o che un romanzo lo è rispetto a un fumetto. O meglio, uno lo può anche dire, ma sarebbe facilmente contestabile, e a ragione, perché viviamo in un mondo dove le gerarchie sono crollate, e non solo nella cultura. Al centro del nuovo libro di David Bo



