- Esauriti, tra aprile e maggio, i programmi già pronti (col famoso avviso “registrato prima del Dpcm” eccetera), i maghi del palinsesto hanno dovuto porsi di fronte al dilemma: dimenticarsi del Covid o spettacolarizzarlo?
- Gli occhi e l’attenzione di noi spettatori da casa sono cambiati: quando sullo schermo due persone si avvicinano, o si danno la mano, scatta spontanea la domanda «perché quelli possono toccarsi?».
- Pure la tivù ci dice che non usciremo da questa pandemia né peggiori né migliori ma uguali; a meno che davvero non siamo entrati nel ‘pandemiocene’ e i virus diventino ricorrenti, nel qual caso mutare sarà obbligatorio.
L’intrattenimento televisivo al tempo del Covid
15 dicembre 2020 • 19:55Aggiornato, 16 dicembre 2020 • 18:37