- Centodue anni fa nasceva Giorgio Manganelli, pensatore innovativo, critico letterario, giornalista nonché neoavanguardista, che spesso sentiva il bisogno di scappare dall’Italia.
- E al passo con i suoi tempi, il suo auspicio era che gli extraterresti arrivassero sul pianeta terra a toglierci d’impiccio, e portarci altrove.
- Per lui era Urania, la collana editoriale italiana di fantascienza inaugurata nel 1952, a pubblicare «i veri libri che rispecchiano i tempi», quei libri che raccolgono «il regesto dei terrori, le angosce, le empietà, le maniacali diffidenze, i soprassalti, di cui, oltre che di pane, noi viviamo».
Il 15 novembre del 1922 nasceva Giorgio Manganelli. Critico letterario, traduttore di Edgar Allan Poe, membro del Gruppo 63, presidente del Comitato di Liberazione, collaboratore dei più autorevoli giornali italiani, in qualità di corsivista e viaggiatore, tra cui il Corriere della Sera, L’Espresso e Playmen: eccone una presentazione largamente difettosa, data la variegatezza del suo genio. Ma qui, nell’anniversario della sua nascita, si vorrebbe ricordare un’altra faccia del Manga; qui si vorre



