L’incredibile viaggio dell’inviato speciale Antonio Moresco continua. Abbandonata la guida del professor Occultis, un nuovo e insolito accompagnatore ci conduce all’abitazione di un immortale poeta
- Riprendo a camminare da solo. Il professor Occultis se ne è andato per fare ritorno nella città dei vivi. Mi sto addentrando in una zona sempre più periferica, perché ci sono le periferie anche qui nella città dei morti.
- Eppure… mi sembra da un po’ di tempo di vedere una lontana figura che sta camminando verso di me. Però è lunga, sottile, filiforme. Quando è ormai a poche decine di metri da me la riconosco. «Ma tu sei Pinocchio!»
- «Cosa ci fai in questa città?» mi domanda d’un tratto. «Sono l’inviato di un giornale. Perché non si capisce niente dei vivi se non si mettono in relazione i vivi e i morti».
Riprendo a camminare da solo. Il professor Occultis se ne è andato per fare ritorno nella città dei vivi. Mi sto addentrando in una zona sempre più periferica, perché ci sono le periferie anche qui nella città dei morti, periferie che poi diventano a poco a poco centri abitati irti di grattacieli sghembi e di ipermercati e poi di nuovo periferie, per l’espandersi esplosivo di questa città sotto l’urto di sempre nuove carovane di morti che arrivano dalla città dei vivi. Mi guardo attorno. Nella



