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Nella storia dell’attivismo italiano il Ddl Zan è “solo” un punto da cui ripartire

LaPresse
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  • Da giovane uomo gay americano che studia la storia della sessualità in Italia, il fallimento della legge Zan mi ha rattristato. Ma vorrei, con la mia prospettiva, offrire una solidarietà transnazionale (come quella auspicata dal compianto Massimo Consoli).
  • Vorrei anche invitare a considerare la lunga storia dell’attivismo Lgbtq+ italiano (e delle reazioni che ha generato), una storia ricca, spesso snobbata da chi all’estero studia l’Europa.
  • Il movimento gay italiano ha luci e ombre, dalla sessuofobia di cui parlava Luigi de Marchi già negli anni Sessanta ai rigurgiti fascisti nelle leggi anti-gay proposte dall’Msi, da esilaranti commedie come La Madonna di Pompei di Cascina a tragedie come il suicidio di Ormando. In questa tradizione c’è una grande forza. Clicca qui per iscriverti gratuitamente alla newsletter e segui tutti i contenuti di Cose da maschi.

Il mese scorso, il Senato italiano ha clamorosamente bocciato il Ddl Zan (n. 2005), una proposta di legge del Partito democratico contro l’omotransfobia, le discriminazioni di genere e l’abilismo. Anche nel suo affossamento questa legge è stata innovativa, avendo persino riesumato il Concordato del 1984 tra la Repubblica (in teoria laica) e il Vaticano. So che in Italia il dibattito è stato, ed è ancora, acceso. Anche negli Stati Uniti, dove vivo e studio, la legge Zan è stata discussa sui gi

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