- Visto che faccio la linguista, amici e parenti si aspettano che abbia sempre una risposta pronta sulla via più “corretta” per esprimersi. Come quando il presidente della Crusca rispondeva alle domande del pubblico a Uno mattina.
- Quando si parla di lingua e genere, il dibattito pur importante sulla schwa è solo un aspetto. E non dovrebbe essere polarizzante, perché tutta la linguistica è da sempre profondamente in dialogo con i gender studies, che da essa in larga parte nascono.
- La voce, l’espressione, crea identità di genere ben prima di qualsiasi consapevolezza grammaticale. Si pensi agli uomini che temono di (o desiderano) “suonare” gay, alle artiste che superano il genere con effetti tecnologici, o a Giuseppina Gonnella, santona popolare nel sud Italia che diventava un uomo agli occhi dei fedeli quando posseduta dallo spirito del glorioso Alberto. Clicca qui per iscriverti alla newsletter e segui tutti i contenuti di Cose da maschi.
Negli anni in cui frequentavo la mia laurea specialistica in linguistica presso La Sapienza Francesco Sabatini, esimio linguista, filologo ed ex presidente dell’Accademia della Crusca, atterrava a Uno mattina con la rubrica Pronto soccorso linguistico, all’interno della quale rispondeva ai più disparati dubbi linguistici sull’italiano («attenzionare si può dire?»). Questo ha significato, per la mia famiglia e non solo, una associazione perdurata negli anni fra la mia futura figura professiona



