la filosofia alle prese con la crisi afghana

Non è il sogno, ma il sonno della ragione che produce mostri

  • «Quanta devastazione siamo pronti ad accettare per imporre il bene? Quanta violenza siamo disposti a scatenare perché il bene trionfi?», si chiede Raffaele Alberto Ventura su Domani (24 agosto). Personalmente risponderei: «Neanche un po’ di devastazione e neanche un minimo di violenza».
  • Ma allora perché farsi quella domanda? Perché, ci spiega l’autore, c’è un esempio che continua a interpellarci: l’Afghanistan. Un tentativo fallito di “esportare la democrazia”. E subito la discussione si fa concreta.
  • Se mi si chiedesse di dare una definizione di ragione, direi che non è una disposizione mentale, ma una disponibilità: a usare responsabilmente il linguaggio, a rendere ragione di ciò che si dice, ma anche di ciò che si fa, e in primo luogo dei propri giudizi di valore.

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