Per assuefazione e provincialismo culturale ci ostiniamo ancora a contare gli anni dalla nascita di Cristo. Altre datazioni religiose vanno rigettate: meglio partire dalla scoperta della legge di gravitazione universale
- Odifreddi commenta la recensione che Paolo D’Angelo ha scritto su Domani del libro dello scrittore Massimiliano Parente e del neuroscienziato Giorgio Vallortigara Lettere dalla fine del mondo.
- È certamente vero che quando diciamo 2022 non pensiamo in genere “dopo Cristo”, ma se diciamo che Roma è stata fondata nel 753 non solo possiamo pensare, ma dobbiamo dire “avanti Cristo”.
- In realtà, il problema di trovare un sistema di riferimento di datazione universale è perfettamente sensato. E non si può certo pensare seriamente di risolverlo, come sembra implicare il filosofo, pretendendo che tutti si convertano a ciò che piace a noi.
Uno dei miti pitagorici più noti immaginava che nel loro movimento cosmico i pianeti producessero un suono, diverso a seconda delle loro velocità e delle loro distanze. Tutti insieme questi suoni costituivano la cosiddetta “musica delle sfere”, percepibile soltanto in due momenti: quando il moto cosmico iniziò, e quando cesserà. Ma perché mai nel mezzo noi non potremmo sentire questa musica, pur udendola? Volendo dare un senso a un mito, che è insensato per sua stessa natura, la risposta sarebb



